Papa Francesco: a Scholas Occurrentes, “creare la cultura dell’incontro”

“La strada” di Fellini, “La vocazione di Matteo” del Caravaggio e “L’idiota” di Dostoevskij. Sono le tre immagini evocate dal Papa per illustrare “il sentimento, la chiamata e la bellezza”, che tutte insieme formano “la storia di una crisi” in cui è in gioco “la responsabilità umana”. Nel videomessaggio inviato a conclusione dell’incontro virtuale con giovani, genitori ed insegnanti di tutto il mondo organizzato dalla Fondazione Scholas Occurrentes, nella ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Ambiente, Francesco si sofferma sulla doppia accezione del termine “crisi”, come “rottura” ma anche come “opportunità”. “La vita è più grande della nostra propria vita”, spiega il Papa: “La nostra vita cresce, si rompe, però è la vita! Povera umanità, senza crisi! Tutta perfetta, tutta ordinata. Una umanità così seria è una umanità malata, molto malata. Sarebbe una umanità addormentata”. Le crisi, tuttavia, “se non sono ben accompagnate sono pericolose, perché ci si può disorientare”, il monito di Francesco, che cita le “crisi personali, matrimoniali, sociali”, le quali possono farci dimenticare il senso della bellezza. “Scholas è nata da una crisi, ma non ha alzato i pugni per lamentarsi contro la cultura, è tantomeno ha intrecciato le braccia per rassegnarsi”, sottolinea il Papa: “Ha saputo ascoltare il cuore dei giovani, per coltivare una realtà nuova”, “abitando poeticamente questa terra”, come ci insegna Hölderlin. “Armonizzare il linguaggio del pensiero con i sentimenti e le azioni”, l’imperativo, “sincronizzando il linguaggio della testa, del cuore e delle mani” per crescere in maniera armonica. “Creare la cultura dell’incontro”, la consegna ai giovani collegati virtualmente da ogni parte del mondo, chiamati ad “aprire le porte all’Università del sentimento” e a valorizzare tre parole – “gratuità, sentimento e bellezza” – da cui dipende “l’umanità intera, il futuro”.

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