Superare la storica mancanza di attenzione e risposte per la regione del Pacifico colombiano, oggi flagellato dalla pandemia del Covid-19 e dalla violenza che pervade quasi tutto il territorio. È questa la richiesta della Chiesa, espressa al Sir da mons. Juan Carlos Barreto Barreto, vescovo di Quibdó, capoluogo del dipartimento del Chocó: “La Chiesa chiede alle istituzioni a livello nazionale, dipartimentale e locale un piano di risposta articolato tra i diversi livelli istituzionali, protezione collettiva per i territori etnici, un approccio differenziato per le popolazioni indigene e afro-discendenti, azioni strutturali per risolvere il debito storico con i popoli del Pacifico in materia di salute, pace, istruzione e accesso ai diritti fondamentali”.
Il vescovo esprime, in particolare, molta preoccupazione per le popolazioni indigene: “I popoli indigeni sono forse i più vulnerabili. La maggior parte di loro vive in luoghi isolati e altri sono sfollati nelle aree urbane, ma con il comune denominatore di essere i più vulnerabili e minacciati dalle azioni dei gruppi armati, che hanno portato nei loro territori scenari di guerra e colture per uso illecito”.
In tale difficilissimo contesto, la Chiesa cattolica “ha svolto un lavoro storico per accompagnare le comunità, difendere l’ambiente e il territorio, rendere visibile e denunciare la violazione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Inoltre, si è concentrata sull’organizzazione delle comunità e sulla loro formazione integrale”. In questo momento, conclude il vescovo, “la Chiesa ha condotto un’azione di solidarietà e, insieme ad altri soggetti, è riuscita a raccogliere tremila borse spesa per le famiglie più povere. E continuiamo nelle parrocchie ad andare in aiuto dei più bisognosi”.