Parlamento Ue: Afco, uno studio sui possibili sviluppi futuri dell’integrazione europea fra Brexit, Covid e riforma dei Trattati

Foto Calvarese/SIR

La commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo (Afco) ha pubblicato uno studio che traccia possibili percorsi futuri per fare avanzare l’integrazione dell’Ue all’indomani della Brexit e alla luce delle crisi di questo decennio che “mostrano diverse debolezze sostanziali e istituzionali nel sistema attuale di governance dell’Ue”. La prospettiva è naturalmente la Conferenza sul futuro d’Europa la cui partenza è slittata a settembre (l’avvio si sarebbe dovuto avere il 9 maggio scorso). Il punto è che “il processo decisionale basato sull’accordo intergovernativo oggi domina la governance dell’Ue” ma di fatto Consiglio ed Eurogruppo faticano a decidere in modo “tempestivo, efficace e democratico”. La crisi Covid-19 lo dimostra. Inoltre, l’Ue non può agire – si legge nel report – in alcuni ambiti quali la salute, le mancano i poteri per far rispettare le regole comuni agli Stati membri e non ha risorse proprie per sostenere i programmi ma deve ricorrere alle risorse allocate dagli Stati membri. Ora la Conferenza sul futuro dell’Europa potrà essere un “processo trasformativo”, come in passato lo sono state la Conferenza di Messina (negli anni ’50) e la Convenzione europea (all’inizio del nuovo millennio), che vengono ricordate nello studio. Il nodo da affrontare sarebbe la riforma dei Trattati, ma è anch’essa sotto lo scacco dell’unanimità.
Via alternativa, che lo studio esamina, è quella dei “Trattati intergovernativi” che in alcuni casi – il Fiscal compact, il Trattato sul meccanismo europeo di stabilità (Mes) e l’Accordo sul meccanismo di risoluzione unico – sono serviti a evitare le forche caudine dell’unanimità. L’ipotesi che lo studio esplora è quindi quella di un “political compact”, cioè un nuovo Trattato internazionale che potrebbe nascere dalla Conferenza sul futuro d’Europa, che, non sottoposto all’unanimità, potrebbe portare l’Ue oltre gli ostacoli intrinseci della riforma dei Trattati e anche oltre la paralisi.

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