I primi dati quantitativi, presentati lo scorso ottobre sui volontari immigrati individuavano una figura per lo più giovane e con un alto grado di istruzione e di integrazione. E ribaltavano l’immagine dei migranti come solo destinatari di accoglienza e aiuto, rivelando al contrario l’esistenza di una realtà impegnata nelle forme più disparate di solidarietà a favore degli italiani. Il frutto della prima ricerca nazionale sull’argomento è contenuto nel volume uscito da pochi giorni “Volontari inattesi. L’impegno sociale delle persone di origine immigrata” (Edizioni Erickson, pagg. 352). L’indagine è stata promossa da Csvnet e realizzata dal Centro studi Medì di Genova, curata da Maurizio Ambrosini (Università di Milano) e Deborah Erminio (Università di Genova, Centro Medì). L’intera rete dei Centri di servizio per il volontariato, per buona parte del 2019, ha partecipato direttamente alla raccolta dei dati attraverso centinaia di questionari e interviste in profondità. Il volume sarà presentato on line il 22 giugno (ore 16-17.30). Il libro analizza i racconti di 110 immigrati volontari di più o meno lungo corso, che confidano i timori, le soddisfazioni e le lezioni imparate nella loro esperienza; lo fa raccontando come cinque grandi reti nazionali del non profit (Avis, Aido, Fai, Misericordie, Touring Club) hanno gestito il contributo di questi “nuovi” volontari nelle loro attività e attraverso dieci buone pratiche che descrivono i rapporti tra i volontari di origine straniera e altrettante realtà associative locali sparse in tutta Italia.