Coronavirus Covid-19: Salesiani Siria, “il Paese ha un enorme bisogno di aiuto”

Da quando, il 22 marzo scorso, è stato annunciato il primo caso confermato di Covid-19 in Siria, le principali operazioni militari nel Paese sono state congelate, gli scontri locali sono per lo più cessati e i movimenti di popolazione su larga scala – compresi i rientri e i trasferimenti – si sono fermati. Il progressivo deterioramento economico della Siria, tuttavia, non si è arrestato. A fare il punto sulla situazione in Siria è l’agenzia salesiana Ans che riferisce che “le restrizioni ai movimenti hanno portato le famiglie siriane vulnerabili sull’orlo della rovina. La grave contrazione dell’economia nazionale ha eliminato decine di migliaia di posti di lavoro. Anche le rimesse dei connazionali dall’estero, che finora sostenevano molte famiglie siriane, si stanno prosciugando, in un momento di forte calo del reale potere d’acquisto a fronte dell’aumento dei prezzi. Per i lavoratori siriani, questa depressione dell’economia non poteva arrivare in un momento peggiore”. “In questo scenario a dir poco tragico – afferma  Ans – i Salesiani continuano a fare quello che hanno sempre fatto, anche durante la guerra: stanno accanto e soffrono con la popolazione, mettendo a disposizione quello che hanno”. “I vari progetti dei salesiani a sostegno dell’imprenditoria giovanile si sono fermati davanti al Covid-19 e ora sono in stand-by”, come testimonia Johnny Azar, dell’oratorio salesiano di Aleppo, 28 anni, che ora teme di dover fermare il suo sogno lavorativo, e Hanna Faeza, 51 anni. Anche lei vive ad Aleppo, con i tre figli di 20, 18 e 15 anni. Le uniche fonti di reddito della famiglia erano le paghe di due dei suoi figli, che lavoravano in un ristorante, ma alla chiusura dei locali sono rimasti privi di entrate. A Damasco, invece, vive Maher Almadour, tassista, sposato e con tre figli. Anche lui ha dovuto smettere di lavorare per il lockdown e così è terminato l’unico gettito economico che arrivava nella sua famiglia. “È stato davvero duro dare da mangiare e fornire i beni primari alla mia famiglia. Non è che non si trovino al mercato, ma hanno dei prezzi irraggiungibili”. Almadour ora combatte anche contro un tumore che richiede cure costose. “Prima della pandemia –  conclude Ans – la chiesa salesiana di Damasco riusciva ad aiutarlo economicamente”.

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