“In molti Paesi si notano simboli di post-democrazia: i governi preferiscono gli annunci alla politica effettiva. L’effetto economico di questa crisi è più grande di quanto si è verificato nel decennio scorso; anzi, è senza precedenti, perché anche nelle guerre non si interrompono i rapporti sociali”. Lo ha detto Colin Crouch, sociologo e politologo, intervenendo oggi pomeriggio sul tema “Quale futuro per la (post)democrazia dopo Covid-19?”, in una videoconferenza con la Comunità di Connessioni. “Abbiamo visto anche in Italia, in Spagna e in altri Paesi rapporti di solidarietà tra vicini, nella Comunità, tutti vogliono aiutare gli altri. Dall’inizio della crisi si è assistito a un network di supporto. Questo si è verificato ovunque. Abbiamo visto la solidarietà che credevamo di avere perso”, ha aggiunto guardando agli aspetti positivi. Tra questi, l’importanza di lavori visti a volte come “bassi”, come per esempio quelli di “coloro che portano via i rifiuti”. “Abbiamo accettato molte restrizioni sulla nostra libertà, perché abbiamo visto la necessità di abbassare i contagi”, ha osservato il sociologo. La sua convinzione è che “nei Paesi come Gran Bretagna, Italia e Germania non si ha il timore di dittature”, mentre “diversa è la situazione di Polonia e Ungheria”.
Guardando al contesto europeo, Crouch ha osservato che “le politiche all’inizio della pandemia erano molto nazionali, le frontiere erano chiuse, ma man mano questa situazione è cambiata”. “Ciò si verifica – ha aggiunto v, perché, quando una malattia di questo genere comincia, si cerca di fare in modo che il virus non arrivi da ‘noi’. Quindi, si cercano di chiudere le frontiere. Poi, dopo che il virus è arrivato, scatta il momento della cooperazione. Perché la scienza e la medicina non conoscono frontiere”. Infine, la spiegazione della dinamica politica: “Inizialmente, i nazionalisti hanno vantaggi, perché la retorica delle ‘frontiere chiuse’ li agevola, ma senza la cooperazione non si può affrontare questa situazione. Il conflitto tra nazionalismo e cooperazione diventa più elevato dopo questa prima fase”. E, in chiusura, il federalismo “da interpretare in forma di sussidiarietà”.