“Il tempo muta verso una coraggiosa primavera. Una primavera che per noi quest’anno coinciderà climaticamente quasi con l’estate, visto che finora eravamo rimasti al chiuso e che solo da qualche giorno possiamo celebrare comunitariamente la nostra fede e la tutta la gioia della Pasqua”. Lo scrive il vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Francesco Saviano, nella sua meditazione rivolta ai fedeli relativa al tempo di pandemia da coronavirus. “Questa volta la nostra Pasqua coinciderà comunitariamente con l’Ascensione”, che del resto, secondo la più accreditata teologia, “non è che un aspetto, anzi una espressione della Pasqua”. Nelle parole del presule una richiesta precisa: “Noi chiediamo e vogliamo che passi il mondo della pandemia, dell’egoismo di uomini che non hanno cura della vita del fratello, il mondo del guadagno sempre e a ogni costo: bombe, armi batteriologiche, sperimentazioni rischiose per la sopravvivenza dell’umanità; menzogne e omertà di singoli e persino di rappresentanti di governi”. “Passi questo mondo e venga la nuova primavera!”, è l’auspicio del vescovo. Che aggiunge: “La brulicante primavera si avverte con tutta la sua prepotenza, nel caldo quasi già afoso, nei ritornelli delle rondini, nell’immutata bellezza che sembra incurante della ferita aperta, che piega il mondo e che vede le stagioni susseguirsi, come se nulla fosse realmente accaduto”. Quindi, l’incoraggiamento ad “accendere la luce, ricominciare a passetti, piccoli sorsi di quella normalità che abbiamo desiderato per mesi, da cui ci siamo sentiti traditi, perché qualcosa che sconvolge è sempre qualcosa che ci costringe al cambiamento e, purtroppo, che spesso fa paura”. “La Parola di Dio ci invita a ricostruire il mosaico della speranza, affidandoci a Dio e investendo nelle nostre stesse capacità, quelle che non ci hanno limitato nella pandemia, quelle che ci hanno reso vicini dei nostri vicini, azionando una meravigliosa macchina della solidarietà, che dovrà sopravvivere e al virus e alla stessa normalità”.