“Le dichiarazioni odierne del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, confermano la nostra preoccupazione sulle sorti del continente africano alla luce della rapida diffusione del Covid-19. Milioni di persone, già provate da conflitti e calamità naturali, saranno, inevitabilmente, trascinate in una ulteriore condizione di estrema povertà”. Lo dichiara Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la fame, presentando il Covid-19 come “una emergenza nell’emergenza”. “Da anni denunciamo l’incremento del numero di donne, uomini e bambini colpite dalla fame. Una piaga che oggi riguarda, complessivamente, 821 milioni di persone – precisa Garroni -. Rischiamo di assistere, a causa dell’avanzata del Covid-19, a una ulteriore recrudescenza delle già gravi crisi alimentari determinate dall’impatto di conflitti e calamità naturali”. Il timore dell’organizzazione è che “la chiusura delle frontiere non avrà solo un duro impatto sulle economie che dipendono, fortemente, dalle importazioni”. “Limiterà anche i movimenti dei civili che fuggono dalla violenza in aree come il nord del Mali o il bacino del Lago Ciad – ha aggiunto Garroni -. Inoltre, tali restrizioni sospenderanno gli spostamenti legati alla pastorizia, uno dei principali settori che garantiscono la sussistenza in queste regioni, incrementando il numero dei pascoli impoveriti e la fame”. Azione contro la fame, infine, si sofferma sulle difficoltà nella situazione sanitaria, tra queste “l’impossibilità di isolare i contagi nei campi profughi o nelle aree sovraffollate delle periferie”.