Dopo la performance positiva del 2018 (+1,6% il valore aggiunto in volume), il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca ha registrato nel 2019 una flessione: la produzione è diminuita in volume dello 0,7% e il valore aggiunto è sceso dell’1,6%. L’agricoltura in senso stretto ha fatto segnare un calo dello 0,8% del volume della produzione e dell’1,7% del valore aggiunto. Ne dà notizia oggi l’Istat diffondendo i dati dell’“Andamento dell’economia agricola” per l’anno 2019.
Segnali negativi, spiega l’Istat, anche per la silvicoltura, con un decremento sia della produzione (-0,7%) che del valore aggiunto (-1,1%). In controtendenza il comparto della pesca, che ha visto un aumento sia della produzione (+1,7%) che del valore aggiunto (+1,6%). Ammonta a 61,6 miliardi di euro il valore della produzione di agricoltura, silvicoltura e pesca in Italia. Nel 2019 è proseguita la crescita del valore aggiunto dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco, aumentato del 2,7% a prezzi correnti e del 2,0% in volume.
Stando ai dati diffusi, il complesso del comparto agroalimentare (che comprende agricoltura, silvicoltura e pesca e l’industria alimentare) ha segnato un aumento del valore aggiunto dell’1,0% a prezzi correnti e dello 0,1% in volume. In questo comparto si è formato il 4,1% del valore aggiunto dell’intera economia (dal 3,9% del 2018), il 2,2% nel settore primario (era il 2,1% nel 2018) e l’1,9% nell’industria alimentare (1,8% nel 2018). Nonostante le difficoltà, quindi, il settore agroalimentare è riuscito a consolidare nel 2019 il proprio peso all’interno del quadro economico nazionale.
Sostanzialmente stabile l’occupazione (+0,1%) tra agricoltura, silvicoltura e pesca, misurata in Unità di lavoro (Ula): la componente del lavoro dipendente è lievemente aumentata (+0,5%) mentre quella indipendente è rimasta ferma ai livelli del 2018. A causa della flessione registrata nell’industria alimentare (-2,0%), l’input di lavoro dell’agroalimentare ha subito un decremento complessivo dello 0,4%.
Nel 2019 i redditi da lavoro dipendente in agricoltura silvicoltura e pesca sono aumentati dell’1,9%; in particolare le retribuzioni lorde sono cresciute dell’1,7%.
“Nella Ue28 – rileva l’Istat – crescono produzione (+0,5%) e reddito agricolo (+3,0%) ma l’Italia si conferma primo Paese per valore aggiunto e terzo per valore della produzione”.