L’essere umano è “quasi un nulla: un essere che nasce, un essere che muore, una creatura fragilissima. Eppure, in tutto l’universo, l’essere umano è l’unica creatura consapevole di tanta profusione di bellezza”. A spiegarlo, sulla scorta dei salmi, è stato il Papa, che durante l’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca del Palazzo apostolico, ha proseguito il ciclo di catechesi sulla preghiera soffermandosi sul mistero della creazione. L’uomo, ha detto Francesco a braccio, è “un essere piccolo, che nasce, che muore, oggi c’è e domani non c’è ma è l’unico consapevole, siamo noi consapevoli di questa bellezza”. “La vita, il semplice fatto che esistiamo, apre il cuore dell’uomo alla preghiera”, ha esordito il Papa, secondo il quale “la prima pagina della Bibbia assomiglia ad un grande inno di ringraziamento”: “Il racconto della Creazione è ritmato da ritornelli, dove viene continuamente ribadita la bontà e la bellezza di ogni cosa che esiste. Dio, con la sua parola, chiama alla vita, ed ogni cosa accede all’esistenza. Con la parola, separa la luce dalle tenebre, alterna il giorno e la notte, avvicenda le stagioni, apre una tavolozza di colori con la varietà delle piante e degli animali”. “In questa foresta straripante che rapidamente sconfigge il caos, per ultimo appare l’uomo”, ha fatto notare Francesco: “E questa apparizione provoca un eccesso di esultanza che amplifica la soddisfazione e la gioia: ‘Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona’”. “Cosa buona, ma anche bella: si vede la bellezza di tutto il creato”, ha commentato a braccio: “La bellezza e il mistero della Creazione generano nel cuore dell’uomo il primo moto che suscita la preghiera”. Poi la citazione del Salmo ottavo: “Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?”. “L’orante contempla il mistero dell’esistenza intorno a sé, vede il cielo stellato che lo sovrasta – e che l’astrofisica ci mostra oggi in tutta la sua immensità – e si domanda quale disegno d’amore dev’esserci dietro un’opera così poderosa!”, ha esclamato Francesco.