A causa della pandemia da Coronavirus, in Italia è molto diminuita la donazione del latte materno, essenziale per i neonati che non possono essere allattati al seno dalle proprie mamme, e farmaco salvavita per i neonati ad alto rischio o prematuri. In occasione dell’odierna Giornata mondiale della donazione del latte umano, la Società italiana di neonatologia (Sin) ribadisce l’importanza di questa pratica, tranquillizzando le mamme sulla sicurezza della donazione presso le Banche del latte, anche in questo periodo di pandemia.“Donare il latte materno è sicuro”, afferma il presidente Sin, Fabio Mosca. “All’interno delle nostre banche del latte sono state attivate tutte le procedure di controllo sia sulle donatrici che sul latte stesso. Invitiamo pertanto le mamme italiane a continuare a mostrare la loro generosità, donando il proprio latte per quei neonati che ne hanno più bisogno, in particolare i nati pretermine”. I fattori nutrizionali e funzionali contenuti nel latte materno lo rendono in grado di supportare le carenze legate all’immaturità degli organi del neonato pretermine, di ridurre l’incidenza di patologie estremamente gravi come l’enterocolite necrotizzante, la broncodisplasia, la retinopatia e le infezioni e sostenere le difese immunitarie. Quando il latte materno è assente o insufficiente, il latte umano donato rappresenta, quindi, l’alimento per eccellenza per i neonati prematuri e le Banche del latte umano donato (Blud) rivestono un ruolo fondamentale nel rispondere a questa esigenza. Si tratta di strutture create con lo scopo di raccogliere, trattare, conservare e distribuire il latte umano donato da mamme idonee, per utilizzarlo successivamente, per le necessità dei neonati pretermine ricoverati nelle neonatologie italiane. Nel mondo se ne contano oltre 500, quasi la metà (240) in Europa. L’Italia, con le sue 39 Blud, rappresenta a livello europeo la nazione con il maggior numero di banche.