Il Covid-19, dopo settimane di contenimento, torna a fare paura in Argentina, finora la nazione meno colpita dalla pandemia tra i grandi Paesi latinoamericani. Il contagio è entrato in modo consistente nelle periferie povere di Buenos Aires, nelle cosiddette “villas miserias”. Lo ha denunciato il vescovo ausiliare di Buenos Aires, mons. Gustavo Carrara, vicario episcopale per le Villas de emergencia, in un’intervista con Télam Radio ripresa dall’agenzia Aica.
Il vescovo ha riferito che in questi giorni Víctor Giracoy, noto come “El Oso”, un leader sociale che ha guidato la mensa “Estrella de Belén”, stretto collaboratore della parrocchia di Cristo Obrero, è morto nella Villa 31. Un’altra vittima del coronavirus è Ramona Medina, coordinatrice sanitaria della Casa de la Mujer e portavoce di “La Garganta poderosa” nello stesso quartiere.
Ha aggiunto mons. Carrara: “Ci sono già quattro persone decedute a Villa 31, anche a Villa del Bajo Flores ci sono otto persone decedute. La verità è che il volto più doloroso di questa pandemia è la morte concreta. Ecco perché è necessario adeguarsi sia nella città di Buenos Aires, nei quartieri popolari, sia in quelli della Grande Buenos Aires: uscire e cercare, ad esempio attraverso il programma ‘Detectar’, possibili casi sospetti per prevenire le infezioni, perché arrivare prima salva delle vite”.
Il virus è entrato con forza in alcuni quartieri della città di Buenos Aires, “e questo preoccupa – ha aggiunto i il vescovo ausiliare -. È necessaria una maggiore presenza del Governo cittadino e dello Stato nazionale”, oltre a una forte collaborazione “con le parrocchie, con le organizzazioni sociali, i delegati, i consigli di amministrazione, con tutti gli attori che hanno una presenza quotidiana nel territorio, con l’obiettivo di essere uniti per prendersi cura dei più fragili”.