Dopo diverse settimane di trattative con il ministero dell’Interno, oggi è stato firmato a Roma il protocollo di riapertura dei luoghi di culto non cattolici, prevista dal 18 maggio. I rappresentanti delle comunità religiose presenti in Italia sono stati convocati a Palazzo Chigi, e tra loro il presidente di Ucoii Yassine Lafram, che riconferma: “Noi ripartiremo solo dopo il 24 maggio. Per una questione di responsabilità, e con grande rammarico, ribadiamo la nostra volontà di rimanere chiusi per l’ultimo periodo di Ramadan e per Eid al-Fitr, la festa di chiusura del sacro mese del digiuno”. Il protocollo governativo dedicato alle confessioni acattoliche servirà a gestire la riapertura dei nostri luoghi di preghiera, nel rispetto della sicurezza per arginare il contagio da Covid-19 attraverso misure a cui attenersi scrupolosamente: la distanza tra i fedeli, l’obbligo della mascherina, le sanificazioni dei luoghi prima e dopo le funzioni religiose, il controllo delle entrate ed uscite. “Abbiamo già ribadito la nostra volontà a mantenere i luoghi di culto chiusi in questo periodo”, ricorda Lafram spiegando che la decisione è stata presa dopo una lunga consultazione telematica con le associazioni islamiche aderenti all’Ucoii. “Siamo convinti che i nostri luoghi non siano ancora sufficientemente tutelati e siano troppo esposti per una riapertura nel momento in cui siamo chiamati a gestire anche un grande flusso di devoti che normalmente riempiono le sale di preghiera durante il Ramadan e la festa di chiusura del mese sacro. Ringraziamo calorosamente chi ha lavorato durante queste trattative per raggiungere un protocollo adeguato alla riapertura dei nostri luoghi di culto, e siamo felici che anche la comunità islamica abbia ottenuto le giuste attenzioni e la pari dignità degli altri culti presenti in Italia, nonostante non abbia ancora un’Intesa con lo Stato italiano”.