A partire da lunedì 18 maggio sarà possibile tornare a celebrare le messe in forma comunitaria con il popolo. A questo fine il Patriarcato di Venezia ha predisposto un vademecum per i parroci e i loro collaboratori. Un prontuario corposo e articolato di 8 pagine, firmato dal patriarca Francesco Moraglia, per “partecipare alle celebrazioni in sicurezza”. Per quanto riguarda l’accesso deve essere anzitutto individuata la capienza massima della chiesa; occorre evitare ogni assembramento in entrata e in uscita e garantire tra i banchi il distanziamento tra le persone di almeno un metro laterale e frontale. A regolare i flussi e a garantire il rispetto delle indicazioni sono necessari dei “collaboratori affidabili”. Preferibile utilizzare un ingresso per l’entrata e uno per l’uscita; laddove non sia possibile, occorre organizzare flussi alternati di ingresso e di uscita. Le porte rimarranno aperte. Agli ingressi saranno disponibili liquidi igienizzanti con i quali i fedeli, che devono indossare la mascherina, sono tenuti a disinfettarsi le mani prima di entrare. Al termine della celebrazione occorre aerare e igienizzare la chiesa, disinfettare vasi sacri, vassoi, ampolline e microfoni. Durante la messa, per la distribuzione della Comunione il celebrante deve indossare la mascherina, igienizzare le mani con gel disinfettante, indossare guanti monouso e, mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza, offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli. Queste disposizioni valgono anche per le celebrazioni di battesimi, matrimoni, unzioni degli infermi ed esequie. Il sacramento della riconciliazione deve essere amministrato non in confessionale ma in luoghi ampi ed aerati; sacerdote e penitente devono indossare la mascherina. Rinviate le cresime.