La Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, la Fondazione antiusura San Nicola e Santi Medici di Bari e la Fondazione Buon Samaritano di Foggia sottoscrivono con la presidenza della Giunta regionale pugliese un accordo di finanziamento per 450mila euro, rivolto a favorire la cultura della legalità e l’emersione dei fenomeni dell’usura e dell’estorsione, tramite strumenti di tutela e solidarietà nei confronti sia delle vittime e dei loro familiari, sia dei soggetti affetti da problemi di sovraindebitamento, nonché nei confronti dei soggetti potenzialmente esposti al rischio usura a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
“Possono usufruire dei finanziamenti pubblici in forma di piccoli prestiti – spiega una nota – i cittadini residenti in Puglia e le imprese del territorio pugliese che esercitano attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o comunque economica, ovvero una libera arte o professione, i quali dichiarino di essere vittime del delitto di usura e/o estorsione e risultino parti offese nel relativo procedimento penale nel territorio pugliese, nonché a favore di soggetti affetti da problemi di sovraindebitamento e/o potenzialmente esposti al rischio usura a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19″.
“In questo momento di emergenza sanitaria ed economica da Covid 19 il fenomeno dell’usura è fuori controllo – dichiara il presidente della Consulta nazionale antiusura e della Fondazione di Bari, mons. Alberto D’Urso –. Le persone e le imprese sovrindebitate a rischio usura sono diventate troppe, le segnalazioni e le richieste di aiuto ci giungono da ogni grado socio-economico e parte del territorio pugliese. Questa convenzione avvia un percorso di collaborazione istituzionale con la Regione Puglia che ci consentirà di essere più capillari nei nostri interventi”. Purtroppo, prosegue mons. D’Urso, “il dilagare del fenomeno negli ultimi 15 anni a causa della crisi economica del 2008 e l’esplosione dell’azzardo che ha indebitato molte persone ci hanno posto sempre davanti l’annoso dilemma della distribuzione delle limitate risorse tra troppi poveri. In questi mesi, a complicare la drammatica situazione delle tradizionali povertà, si è aggiunta quella da coronavirus. Pertanto, queste risorse rappresentano un ulteriore strumento, sia per fronteggiare le crisi economiche delle persone usurate o a rischio usura, sia per prevenire e contrastare la criminalità comune e organizzata”.