Alleanza contro il cancro, la Rete oncologica nazionale fondata dal ministero della Salute attualmente presieduta da Ruggero De Maria, ha pubblicato una manifestazione di interesse a titolo gratuito che ha lo scopo, attraverso l’armonizzazione e l’automazione dei processi, di abbattere i costi relativi alla manifattura di cellule Car e d’implementare le capacità produttive. “L’utilizzo delle cellule Car T per il trattamento di neoplasie ematologiche – viene spiegato in una nota – ha consentito di ottenere risultati mai precedentemente raggiunti in pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta a cellule progenitrici B ricaduta o resistente e in pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin (refrattari o recidivati dopo trattamenti convenzionali)”. “Una proporzione significativa di quanti hanno risposto al trattamento ottenendo una remissione completa, inoltre, si è mantenuto libero da malattia, potendosi ipotizzare, quindi, una guarigione definitiva dalla patologia neoplastica”, viene sottolineato, aggiungendo che “un impiego su larga scala delle cellule Car T, è attualmente condizionato – anche – dal superamento di alcuni fattori tra cui le capacità produttive – inferiori rispetto alla richiesta – e dall’assenza di una rete che consenta il coordinamento e la gestione della distribuzione delle cellule geneticamente modificate sul territorio nazionale”. “A ciò si aggiunge la mancanza di una standardizzazione dei processi produttivi che renda le esperienze disponibili in Italia più omogenee e, quindi, confrontabili”, prosegue la nota, nella quale si sottolinea come “aggrava indubbiamente il contesto anche il capitolo costi, significativi e potenzialmente limitanti l’utilizzo delle Car T in rapporto alle effettive necessità”.
Finora l’Alleanza contro il cancro è stata finanziata con 10 milioni di euro per una progettualità affinché si sviluppi, sui presupposti scientifici del progetto coordinato da Franco Locatelli, “nuovi approcci per ottimizzare l’uso di cellule del sistema immunitario geneticamente modificate per essere reindirizzate sul bersaglio tumorale”. Alla realizzazione del progetto partecipano 18 tra ospedali, istituti e fondazioni in tutta Italia.