Dall’inizio della crisi dovuta al coronavirus, Caritas Svizzera e le organizzazioni Caritas regionali hanno fornito aiuti transitori a circa quattromila persone con oltre mezzo milione di franchi e distribuito buoni acquisto utilizzabili nei mercati Caritas per un valore di 200.000 franchi. Lo segnala la stessa Caritas in un comunicato in cui si rileva che “particolarmente bisognose di sostegno sono le persone che, prima della crisi, riuscivano a mantenersi al di sopra della soglia di povertà con le proprie forze, ma che ora si trovano in difficoltà a causa delle perdite a livello di reddito”. Secondo i dati pubblicati nel gennaio 2020 dall’Ufficio federale di statistica, prima della diffusione del coronavirus in Svizzera, 660.000 persone vivevano in condizioni di povertà e oltre un milione era a rischio di indigenza. “I centri di consulenza sociale delle 16 organizzazioni Caritas regionali ricevono attualmente sempre più richieste da soggetti appartenenti a queste categorie che ora si trovano in difficoltà. All’inizio molti hanno cercato di arrivare alla fine del mese con le proprie forze e attingendo a tutti i loro risparmi. Da fine aprile, tuttavia – segnala Caritas Svizzera -, le perdite di salario, dovute al lavoro ridotto, alla soppressione delle retribuzioni orarie e al calo del lavoro su chiamata, stanno generando effetti devastanti”.
Anche i lavoratori autonomi, spesso ditte individuali attive nel settore dei servizi, subiscono “drastiche perdite di fatturato” e si rivolgono a Caritas per una consulenza perché “non sanno come pagare l’affitto o le fatture del dentista ancora in sospeso”. Infine, Caritas Svizzera riferisce che, in aprile, ha ricevuto “un milione di franchi dalla raccolta di fondi indetta dalla Catena della Solidarietà e ha già provveduto in gran parte a trasferire il denaro a chi si trova in difficoltà”.