La Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), in una nota firmata dalla presidenza e in particolare dal suo presidente, dom Walmor Oliveira de Azevedo, arcivescovo di Belo Horizonte, ribadisce il suo impegno per il “Patto per la vita e per il Brasile”, pubblicato il 7 aprile scorso, inizialmente firmato da sei istituzioni della società civile e, successivamente, da oltre 150 organizzazioni. Il Patto ritiene che il tempo che stiamo vivendo, per l’avanzare della pandemia, sia serio e richieda “una leadership etica, audace, umanistica”, che faccia “eco a un patto firmato da tutta la società, come impegno e bussola per superare l’attuale crisi”.
Nella nota, intitolata “Posizione della Cnbb – In difesa della democrazia per la giustizia e la pace”, l’episcopato brasiliano ritiene che questa sia “la crisi sanitaria più grave degli ultimi tempi” e afferma che l’attuale momento richiede un efficace esercizio di solidarietà e di carità: “È tempo di parole e sereni atteggiamenti di pace, fede e speranza, rispetto delle leggi e della democrazia”, si legge, con riferimento, sia pure non esplicito, all’atteggiamento del presidente della Repubblica Jair Bolsonaro, come si evince dai successivi passaggi: “È con perplessità e indignazione che assistiamo a manifestazioni violente contro le misure per prevenire il coronavirus; che abbiamo sentito dichiarazioni distorte di disprezzo per la vita da parte di pubblici ufficiali sulla morte di migliaia di brasiliani contaminati dal Covid-19; che abbiamo assistito a eventi che hanno minato l’ordine costituzionale, con la partecipazione di autorità pubbliche, che hanno difeso la chiusura del Congresso nazionale e del Tribunale federale supremo, e il ritorno ai tempi bui della dittatura; che tutto il Brasile abbia sentito parlare di lamentele sulla politicizzazione della giustizia, danneggiando la sua necessaria autonomia investigativa”.
La Cnbb, oltre che all’atteggiamento di Bolsonaro sul Covid-19, si riferisce anche al recente siluramento del ministro della Giustizia Sérgio Moro. Le dimissioni sono state motivate dalla decisione di Bolsonaro di sostituire il direttore generale della Polizia federale, Maurício Valeixo, che era stato nominato dall’ormai ex ministro. La Polizia federale rientra nell’ambito delle competenze del ministero della Giustizia. La nota, infatti, sottolinea che la Dottrina sociale della Chiesa “insegna con chiarezza l’intoccabile armonia e cooperazione tra i poteri”. E ritiene che “la ricerca di soluzioni ai problemi del Brasile, al di fuori del quadro istituzionale democratico rispetto ai poteri della Repubblica, metta a rischio la democrazia e l’integrità del popolo brasiliano. “In questa prospettiva, le manifestazioni sociali che minacciano la Costituzione non sono tollerabili, così come non è tollerabile per alcuna autorità violare precetti costituzionali e disprezzare la vita. Le istituzioni repubblicane, che garantiscono lo stato di diritto, dovrebbero dare la dovuta responsabilità a coloro che tentano di opporsi all’ordine democratico”.