L’Esercito di liberazione nazionale, il gruppo guerrigliero ancora attivo in molti dipartimenti della Colombia, non prorogherà il cessate-il-fuoco unilaterale proclamato per tutto il mese di aprile. Lo ha annunciato l’organizzazione, deludendo coloro che guardavano con speranza alla ripresa di un dialogo con il Governo, bruscamente interrotto da 15 mesi. Sulla questione si è pronunciato, in un’intervista a “El Nuevo Siglo”, il nuovo primate della Colombia, mons. Luis José Rueda, amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Popayán e arcivescovo eletto di Bogotá (prenderà possesso dell’arcidiocesi il prossimo 11 giugno). “Credo – afferma mons. Rueda – che l’Eln debba dare segni chiari e concreti del suo desiderio di riconciliazione con la Colombia, perché il Paese li sta guardando con grande sospetto, perché continuano, ad esempio, con il reclutamento e con atti ostili”. Certo, prosegue il presule, “c’è stato un bel messaggio con questa decisione unilaterale. Questo è già un segno, ma ne abbiamo bisogno di uno più stabile. E credo che tutto il Paese lo stia aspettando e che ogni nazione lo sosterrà, in modo da trovare strade per il dialogo, perché tutti i colombiani si riconcilino e perché l’Eln si vincoli al Paese, cercando soluzioni e non problemi”.