“Il 25 aprile è una ricorrenza che è stata spesso onorata con estrema dignità e anche con giusto e grande orgoglio dalla classe dirigente che fece la Resistenza e pose le basi politiche per creare la Repubblica. Fu una minoranza coraggiosa che restituì all’Italia, frastornata dalla guerra, l’indipendenza nazionale, l’onore e la libertà”. Lo osserva il vescovo di Imola, mons. Giovanni Mosciatti, in un suo messaggio pubblicato sul sito diocesano. “Ultimamente si sente spesso il paragone tra la ricostruzione che siamo chiamati ad affrontare in questa emergenza incredibile della nostra storia e quella avvenuta dopo la guerra – riflette il presule -. Ci sono state raccontate storie di uomini, imprenditori e non, che con la loro ‘risposta creativa’ agli eventi drammatici e ai bisogni del tempo hanno pervaso incessantemente tutti i settori del tessuto sociale, da quello educativo e sanitario, a quello economico e politico. Nonostante tutti gli ostacoli che stiamo affrontando anche oggi possiamo rintracciare questo filo”.
Nelle parole del vescovo, il riferimento agli imprenditori che “si stanno riorganizzando per rispondere a un bisogno nuovo”, ai medici e agli infermieri in prima linea nell’affrontare l’emergenza sanitaria e ai donatori che desiderano sostenerne le spese, alla passione educativa di tanti insegnanti di oggi: “Sono solo un piccolo esempio”. “Se pensiamo a come sarà l’Italia del ‘dopo virus’ dobbiamo auspicare un nuovo inizio che abbia come base queste esperienze vissute di ‘bene’”. Un “bene potente e gratuito” è quello auspicato dal vescovo. “Occorre imparare da quello che accade e bisogna cominciare a pensare ora alla ricostruzione. Abbiamo l’opportunità di attuare radicali cambiamenti di rotta come, ad esempio, l’impegno a ridurre le grandi disuguaglianze”. Per fare tutto ciò, secondo mons. Mosciatti, sarà importante “non dimenticare quanto è successo in questi giorni, cioè la ripresa di un’esperienza umana vera, quella di chi ha costruito le fondamenta dell’Italia repubblicana”.