(New York) – Sono le 19. Ed eccoci alle finestre e sulle porte ad applaudire e gridare: Thank You – Grazie! E’ unanime la gratitudine collettiva che, ogni sera, New York tributa ai suoi medici, infermieri, poliziotti, autisti e tutti quei lavoratori che ogni giorno rischiano la vita per salvare vite. Anche oggi il bollettino è tragico: 15.740 morti a New York, oltre 50mila in tutti gli Usa e quasi 890mila contagiati.
Eppure nonostante i numeri c’è fretta di riaprire, di tornare al lavoro. In troppi lo hanno perso in questi 33 giorni di quarantena mettendo in luce un sistema sociale fragile e amplificando quelle povertà radicate ma nascoste dalle luci del consumismo. Il presidente Trump ha chiamato alla Casa Bianca i ministri di vari culti per verificare le possibilità di riapertura di chiese, templi e sinagoghe tenendo conto dei criteri di sicurezza. Molti dei leaders religiosi hanno chiarito che “vogliono essere una benedizione e non un peso” per il Paese e vogliono valutare se ritornare alle pratiche liturgiche potrebbe “causare più danni che benefici” e qualcuno incoraggia servizi religiosi all’aperto con le persone dentro le proprie auto in modo che il passaggio alla normalità sia graduale. Intanto i siti web ReopeningChurch.com e ReopeningSchool.com stanno esplorando possibilità di riaperture condivise con i fedeli.
La cautela è d’obbligo anche se in alcuni stati non sono mancate le proteste per la chiusura delle chiese e sono state presentate istanze ai tribunali di Florida, Mississippi, Kentucky, Virginia, California e Texas a riprova che la tensione tra libertà religiosa e protezione della salute pubblica è molto viva. L’arcivescovo di Baltimora William Lori, noto per le sue battaglie sulla libertà di culto ha chiarito, a questi sparuti gruppi di cattolici in protesta che “seguire gli ordini del governo nel sospendere i servizi religiosi è ragionevole e non attacca o indebolisce in alcun modo la nostra fede. Mentre organizzare questo tipo di marce sfidando l’autorità legittima, sia ecclesiale che civile, è un errore che mette a rischio la vita delle persone e sfida la ragione “.
La vigilia di Pasqua però nessuno protestava davanti alla porta di Saint Clare la più antica chiesa cattolica di Staten Island, l’isola di fronte Manhattan. Monsignor Richard Guastella è stato portato via dal Covid-19 ma i suoi parrocchiani non si sono rassegnati e hanno tappezzato la porta di ingresso di foto, cuori, fiori, messaggi. E’ questa folla di ricordi l’unica permessa perchè anche l’altro parroco si è ammalato ma è riuscito a resistere. Non ci sono numeri ufficiali sulle morti di pastori e sacerdoti, ma la Chiesa di Dio in Cristo, la più grande denominazione pentecostale afroamericana del Paese ha perso 30 dei sui vescovi, a riprova del trend che colpisce in maniera particolarmente grave la comunità afro-americana. I fedeli erano stati restii alle restrizioni imposte dagli stati e si erano riuniti per funerali e alcuni incontri programmatici e hanno di fatto ampliato i focolai d’infezione.
Anche se il Texas ha esentato i luoghi di culto dal lockdow, padre Clint della città di Texas city ha deciso di non mettere a rischio la vita dei fedeli e ha chiuso la chiesa, ma ha trovato in modo originale di andarli a trovare: in bicicletta. Il sacerdote ogni giorno pedala per chilomentri, suona il campanello, si allontana dall’ingresso e impartisce benedizioni e preghiere a distanza. Diversi sacerdoti di Austin, sempre in Texas, hanno invitato i parrocchiani ad una penitenziale in macchina nel parcheggio della parrocchia e ciascuno, chiuso nell’auto e a debita distanza, ha potuto ricevere l’assoluzione.
La creatività non è mancata.
La Caritas di Owensboro in Kentucky sta ospitando i senzatetto in due hotel cittadini per prevenire il contagion e a pagare le spese sono molte persone che hanno scelto di donare 300 dollari dell’assegno di supporto ricevuto dal governo per supportare i progetti caritativi.
La diocesi di Buffalo ha lanciato una linea di assistenza dedicata all’emergenza Covid-19 e chi chiama può usufruire non solo di consulenze mediche anche sull’abuso di sostanze, ma di un supporto concreto in termini di cibo e alloggio. Nelle ultime cinque settimane, Catholic Charities locale ha fornito servizi a oltre 20.400 persone, con un incremento del 18% rispetto allo scorso anno e solo nella diocesi di Venice, in Florida, la richiesta di cibo è raddoppiata. Tuttavia l’ansia del futuro non risparmia nessuno. L’arcidiocesi di New York ha riportato un calo del 50% delle donazioni in contanti e ha già annunciato che alcune parrocchie potrebbero far fatica nel rimanere aperte. E la stessa Caritas ha dovuto licenziare diversi operatori perchè i programmi di assistenza all’infanzia sono diminuiti o chiusi. Forse la task force di papa Francesco potrà dare indicazioni anche qui.