I cinque vescovi cattolici dell’Irlanda del Nord hanno inviato oggi una lettera a tutti i membri dell’Assemblea legislativa nordirlandese per dire ancora una volta la propria “opposizione” alla legge sull’aborto decisa da Westminster che entrerà in vigore grazie a nuovi regolamenti sui servizi per l’aborto che il Parlamento nordirlandese sta approvando e che, secondo i vescovi, non corrispondono alle indicazioni di Londra. Già la legge è “ingiusta, imposta senza il consenso del popolo dell’Irlanda del Nord”, ma ora i regolamenti “superano i requisiti” posti dalla legge. È da considerare inoltre che una stragrande maggioranza di persone (79%) si è pronunciata in favore della protezione della vita non nata, in una consultazione condotta dal governo britannico lo scorso dicembre, si legge nella lettera. I vescovi esprimono il loro desiderio di dialogare con i membri dell’Assemblea “di tutti i partiti politici nel tentativo di esplorare, ove possibile, come formulare nuovi regolamenti, che esprimano la volontà della maggior parte delle persone nella nostra società di sostenere e proteggere la vita delle madri e dei loro bambini non ancora nati”. Una nota è stata inviata anche al Comitato di controllo di Westminster in cui si contestano in particolare il limite di 24 settimane per l’aborto, l’interpretazione estremamente ampia del criterio della disabilità per autorizzare l’interruzione della gravidanza, l’assenza di “tutele sufficienti della coscienza dei professionisti medici” e di adeguate disposizioni di consulenza per coloro che pensano di ricorrere all’aborto.