(Londra) Lunghe ore di lavoro, fondi di emergenza per garantire cibo, computer e libri per famiglie che si ritrovano senza e hanno anche a carico minori con problemi mentali, sostegno psicologico a decine di senzatetto che sono stati trasferiti in hotel e si ritrovano isolati se non fosse per quella voce che li raggiunge grazie ai telefonini. Giocano un ruolo chiave nella crisi coronavirus le decine di charities cattoliche britanniche impegnate nei vari settori del sociale attraverso la struttura di “Csan” (Caritas Social Action), organizzazione della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. Tre di loro sono state protagoniste di una conferenza stampa via Zoom organizzata oggi dall’ufficio stampa dei vescovi. “Stiamo imparando a lavorare in un modo nuovo, garantendo, per esempio, ospitalità ai senza tetto in hotel ed è una soluzione che potrebbe rappresentare, in futuro, un modo per togliere dalla strada molti. Vista anche la disponibilità che vi sarà di edifici vuoti”, ha spiegato ai giornalisti Jim O’Connor, amministratore delegato di “Noah Enterprise”, che segue 700 homeless all’anno, il 70% provenienti dall’est europeo con 40mila pasti. A Luton, cittadina a nord di Londra, la terza di tutto il Paese nella triste graduatoria della popolazione che non ha una dimora fissa “Noah Enterprise” si è trovata in prima linea “anche se, per ora, fortunatamente non abbiamo avuto un’epidemia di Covid-19 tra le persone che seguiamo”, ha detto ancora O’Connor.