“Proprio come non abbiamo ancora raggiunto il primo picco della pandemia e dobbiamo preparare il sistema sanitario per quella fase, allo stesso tempo dobbiamo avviare azioni per alleviare e curare la crisi alimentare ed economica che accompagna lo sviluppo di misure di isolamento sociale”. È la richiesta che arriva dalla Conferenza episcopale del Paraguay (Cep), attraverso una nota firmata dal Consiglio di presidenza.
I vescovi scrivono che “i tentativi di mitigare l’impatto sull’economia familiare e sull’economia nazionale sollecitano una risposta ponderata, ordinata e sostenibile. Le prospettive annunciate dagli economisti prevedono un orizzonte di austerità e recessione economica, che già affligge la popolazione. Sentiamo l’urgenza di uno stretto accompagnamento alle famiglie e ai gruppi più vulnerabili, non solo con il cibo, ma anche con l’assistenza per un’efficace ripresa economica a breve, medio e lungo termine”.
Prosegue il messaggio: “È una realtà che la vulnerabilità e la fragilità di un ampio settore della popolazione sono oggi presenti e si aggraveranno nei prossimi mesi e non possiamo ancora misurarne portata e gravità. La fame è un grido attuale, che non possiamo ignorare, mentre facciamo discernimento sui percorsi da seguire”. I vescovi riconoscono che la solidarietà dei cittadini ha contribuito in parte ad alleviare la situazione, laddove il Governo non sia riuscito a intervenire, e che “la Pastorale sociale nazionale e di ciascuna diocesi stanno lavorando senza sosta, con il sostegno di volontari e associazioni civili, per portare aiuto ai nostri fratelli. Siamo preoccupati, tuttavia, che la sicurezza sia messa in pericolo dal crescere di bisogni che non ricevono risposta”.
Concludono i vescovi, ribadendo la propria disponibilità alla collaborazione: “Chiediamo alle autorità l’amministrazione trasparente e un’equa distribuzione delle risorse economiche che sono state stanziate per l’assistenza sociale”.