Pasqua 2020: mons. Busca (Mantova), “non è una cosa da fare, è una persona: Cristo”

“La Pasqua non è una cosa da fare, è una persona: ‘Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo, dunque, la festa’ (1Cor 5,7-8). Il Cristo pasquale, infatti, è ovunque si soffre, si crede, si prega, si invoca il suo Nome. ‘Signore, dove vuoi che facciamo la Pasqua?’. Quest’anno, più di altre volte, è vera per noi la parola di Gesù: ‘Devo fermarmi a casa tua’ (Lc 19,5)”. Lo ha scritto il vescovo di Mantova, mons. Marco Busca, nella lettera pasquale inviata alla diocesi.
“Abbiamo tanto desiderato, in queste settimane, di superare presto la crisi che affligge il mondo e speravamo che il compimento della Quaresima coincidesse con il termine della quarantena”, sottolinea il vescovo. “È stato un tempo di assenza di riti, di chiese vuote, ma non è stato un tempo senza preghiera, senza fede, senza rapporti. Anzi, è cresciuto un desiderio di Eucaristia, di fraternità, di ritrovarci nelle nostre assemblee”. Anche per questo “desideriamo ‘fare’ la Pasqua”. “Questa situazione che mette in crisi i modi abituali di vivere la nostra fede – osserva mons. Busca – può rappresentare un’opportunità nella misura in cui ci aiuta a scoprire quello che abbiamo per celebrare la Pasqua e di cui spesso non siamo consapevoli”. “Abbiamo una chiesa, è la nostra casa”, sottolinea il vescovo, riferendosi a “genitori e figli”, ma anche “agli anziani che pur avendo figli e nipoti non condivideranno con loro la Pasqua” e “alle famiglie che a motivo delle attuali circostanze sono impossibilitate a riunirsi, vivono una separazione a causa della quarantena, del ricovero di qualche membro o per motivi di emergenza lavorativa”. “Più ampiamente – prosegue –, penso ai vedovi, a parenti che vivono insieme, alle comunità religiose” e anche a “chi vive da solo”.
“Prego per tutti, in modo particolare per le case che più hanno subito i colpi del male. Possa il Padre – conclude mons. Busca – riparare le crepe causate dalla paura, dalla sofferenza e dalla morte versandovi l’oro dello Spirito che Gesù ha donato morendo per noi”.

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