“Abbiamo bisogno, soprattutto nel momento doloroso e difficile della pandemia che viviamo, di contemplare il volto di Cristo e di gridare, con Paolo VI, ‘Tu ci sei necessario, o Cristo’”. È il monito dell’Ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, contenuto nel suo messaggio per la Pasqua all’arcidiocesi castrense, diffuso nella serata di Venerdì Santo. Necessario “per ritrovare il volto di ogni malattia e di ogni morte, anche di quelle che si sono consumate nelle nuove solitudini di questi giorni, e renderci conto che nessuno muore da solo se è amato e se ama; che, in realtà, nessuno muore mai del tutto. Per scrutare la luce nascosta nei volti di chi si prende cura: dei nostri medici, infermieri, di tutti i militari con i diversi compiti, di coloro che riscoprono la solidarietà come strumento concreto per lottare contro la pandemia e la crisi. Volti nei quali, come nel tuo, l’amore supera la stanchezza, la speranza rimuove gli ostacoli, la solidarietà scopre che c’è sempre qualcuno più povero, più solo, più bisognoso di pane o di vicinanza”. “Tu ci sei necessario, o Cristo; ci è necessario incontrarti. Ed è triste – aggiunge l’arcivescovo – che, sia pure nelle dovute limitazioni di questi giorni – che dobbiamo e vogliamo rispettare –, qualcuno si senta dire che sostare brevemente alla tua presenza in una Chiesa non sia ‘tra le cose necessarie’. Tu, invece, ci sei necessario, e sappiamo quanto seria sia tale rinuncia. Soprattutto, sappiamo quanto doloroso sia rinunciare all’incontro con te vivo e con la tua grazia operante nei Sacramenti”. “Noi custodiamo vivo il desiderio di te: nella nostalgia struggente risvegliata dal suono delle campane, misto a quello delle ambulanze, in una piazza San Pietro vuota, la cui immagine ci resterà nel cuore; nella preghiera fiduciosa delle nostre case, delle nostre famiglie, delle nostre solitudini; nella certezza gioiosa che nulla e nessuno potrà mai separarci da te e dal tuo volto”.