Coronavirus Covid-19: mons. Satriano (Rossano), a casa di reclusione “il virus soffoca la nostra vita ma non il cuore”. Detenuti rinunciano a colombe per un aiuto a ospedale

“Vicinanza paterna, colma di ammirazione e affetto per quanto siete costretti a vivere e per il modo, ricco di civiltà e rispetto, con cui state vivendo questo momento”: la esprime l’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Giuseppe Satriano, ai detenuti e alla Polizia peniternziaria della casa di reclusione di Corigliano-Rossano, in una lettera per Pasqua. Tradizionalmente il presule, il Giovedì Santo, si reca in carcere per la messa e la lavanda dei piedi ma quest’anno per il coronavirus ciò non è stato possibile. Sempre per Pasqua l’arcidiocesi di Rossano-Cariati, quale gesto di vicinanza e di prossimità, dona alla comunità reclusa, in occasione delle festività pasquali, una colomba. Quest’anno i detenuti, invece di accogliere il dono pasquale da parte dell’arcidiocesi, hanno chiesto di riconvertirlo in un aiuto per l’ospedale di Rossano. Alla somma destinata all’acquisto delle colombe, la arcidiocesi ha aggiunto quanto necessario per l’acquisto di materiale per soddisfare, almeno in parte, le esigenze degli operatori dell’Uoc di anestesia-rianimazione. Di concerto con il responsabile dell’Uoc, Giuseppe Angelo Vulcano, e si è concordato, quindi, l’acquisto di mascherine, calzari e visiere.
Proprio facendo riferimento all’emergenza legata alla diffusione del coronavirus, il presule scrive nella sua missiva: “Tutti siamo chiamati a riflettere su quanto ci accade. L’aver dimenticato il valore della vita che ci è stata donata, ha armato la pistola del nostro egoismo giungendo a colpire tanti innocenti. Accecata dal potere e dal successo l’umanità ha dimenticato valori come la giustizia, la verità, il rispetto, l’amore. Anche in momenti come questi troviamo persone capaci di approfittarsi della paura e della sofferenza dei propri simili, tentando di accumulare denaro e non immaginando che da un momento all’altro gli potrà essere chiesto conto della propria vita”. Perciò, “quanto viviamo in questi giorni è una forte provocazione per tutti noi, nessuno escluso: un minuscolo essere, un virus, sta mettendo in ginocchio le potenze del mondo, l’economia e migliaia di vite umane. Il nostro orgoglio sferzante è impotente dinanzi a qualcosa di infinitamente piccolo. Dio ci è accanto, anche Lui nella logica della piccolezza e oggi ci invita a guardare alla vita, agli altri partendo da piccoli, ma significativi, sinceri gesti d’amore”. Infine, un invito “a lottare, non fuori di noi, bensì dentro il nostro cuore: il Signore dall’alto della croce non ci farà mancare la sua forza e la sua misericordia. Questo virus che soffoca la nostra esistenza non ci toglierà il respiro del cuore, apriamolo a Dio e nella preghiera, sincera e personale, rivestiamoci delle ‘armi della luce’: mitezza, pazienza, umiltà, bontà”.

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