Secondo lo “Studio sugli abusi sessuali su minori da parte di religiosi e sacerdoti” prodotto dalla Conferenza episcopale giapponese, ad essere accusate di abusi sui minori in ambito ecclesiale sono 16 persone: sette sacerdoti diocesani giapponesi e otto religiosi o missionari (di cui sette cittadini stranieri), più una persona di cui non è noto il ruolo. Quattro i casi in cui l’abusatore ha ammesso. Sempre e comunque le indagini e i risultati sono stati “mantenuti segreti”. Due sacerdoti sono stati sospesi, uno ha lasciato la comunità, otto sono stati trasferiti. Di cinque casi “non si sa nulla”. Oggi quattro son deceduti, tre lavorano in una diocesi diversa, due nella stessa diocesi, senza che si sappia nulla delle accuse, e uno è malato. “Questo studio include vecchi casi in cui non è stata trovata alcuna prova di eventuali notifiche basate sul diritto civile”, riferisce infine il Rapporto che dà anche indicazioni su come occorre comportarsi da un punto di vista delle procedure di notifica e indagine, alla luce del motu proprio di Papa Francesco in materia.
Lo studio mette in luce inadempienze sostanziali nel gestire alcuni casi e indica che le diocesi e le congregazioni coinvolte in questo studio (ma che non vengono rese note), dovranno istituire dei “comitati terzi” che esamineranno se i casi siano stati affrontati in modo adeguato. “Entro sei mesi i vescovi diocesani dovranno riferire al presidente della Conferenza episcopale” i risultati delle proprie indagini. L’impegno che si assume la Chiesa nipponica però è di lavorare per “sradicare ogni forma di abuso e violenza sessuale dalla Chiesa”.