“Fra poche ore, grazie alla Liturgia che ci rende contemporanei di Cristo, rivivremo nella fede il Mistero pasquale del Signore Gesù, con la nostra storia e portandovi il nostro presente. A voi cari fratelli nel sacerdozio, diaconi, religiosi e religiose e a tutti voi, figlie e figli amati del Popolo Santo di Dio che vive in Roma, alla vigilia della Messa in Coena Domini, voglio farvi pervenire il mio grazie per la preghiera potente e incessante che ho sentito in questi giorni di sofferenza e di malattia. All’azione di grazie che dalle vostre celebrazioni salirà a Dio Padre, unite la mia orazione colma di gratitudine per la commovente esperienza di comunione spirituale che ho potuto vivere in questi giorni di ricovero, sentendomi sostenuto e consolato dalla preghiera di tutti voi che mi siete stati vicini”. Lo scrive il card. Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, in un messaggio di ringraziamento e auguri per la Pasqua a tutta la comunità diocesana. Il porporato, infatti, è ricoverato al Policlinico universitario Fondazione Agostino Gemelli Irccs da lunedì 30 marzo per coronavirus. Le sue condizioni sono in miglioramento.
“Sono molto grato al nostro vescovo Francesco per la sua preghiera, per la vicinanza e la paternità che mi ha dimostrato anche in questa occasione – fa sapere il cardinale -. Grazie a Dio sto guarendo e tra non molto dovrei essere dimesso. Tutta la mia riconoscenza va ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario del Policlinico Agostino Gemelli cha si stanno prendendo cura di me e di tanti altri pazienti, con grande competenza e dimostrando una profonda umanità, animati dai sentimenti del buon samaritano”.
“Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?”. Meditando a partire da questa domanda, posta a Gesù dai discepoli, il card. De Donatis sottolinea: “Alla luce dell’esperienza della malattia, mi sembra di aver percepito con chiarezza come nessuno di noi possa realmente preparare la Pasqua, senza riconoscere che, in primo luogo, è Gesù a desiderare ardentemente di ‘fare Pasqua’ con noi. Dobbiamo solo accogliere la grazia e entrare con la nostra vita nel Mistero pasquale di Cristo, ‘morto per i nostri peccati e risorto per la nostra giustificazione’. Permettiamo al Signore, mediante il suo amore misericordioso, di guarire le nostre infermità e di consolare le pene che portiamo nel cuore”. E conclude: “Contempliamo fiduciosi le ferite del Dio Crocifisso, nell’attesa della Sua Resurrezione!”.