“Il Covid-19 sta generando una crisi economica globale senza precedenti. E, come vediamo in tutte le crisi del genere, la distruzione economica è distribuita in modo ineguale e spietato”. Lo afferma oggi Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef. “Per i Paesi più poveri del mondo, le ricadute finanziarie causate dalla pandemia, unite ai debilitanti obblighi del debito, stanno ostacolando la loro capacità di prevenire ulteriori trasmissioni e di proteggere i cittadini. E per le famiglie di quei Paesi, con una diffusa perdita di reddito e un accesso limitato al cibo in ambienti in cui il distanziamento sociale è impossibile, sapone e acqua per il lavaggio delle mani un lusso, e servizi sanitari di qualità inesistenti, la situazione è già disastrosa, e non farà che peggiorare”. I bambini, invece, “subiranno la distruzione economica lasciata sulla sua scia. Più di 200 milioni di bambini vivono in Paesi schiacciati dal debito pubblico o ad alto rischio di venirne schiacciati. Il peso del debito lascia i Paesi in grosse difficoltà nel prevenire la trasmissione delle malattie”. I Paesi a basso reddito, in particolare, “sono costretti ad aumentare drasticamente la spesa per rispondere all’emergenza sanitaria, mentre aumentano – o, in alcuni casi, creano – sistemi di protezione sociale che includono trasferimenti di denaro incondizionati, garanzia di reddito per coloro che perdono il lavoro e sicurezza occupazionale”. “La spesa aggiuntiva necessaria – osserva Fore – non deve andare a discapito di altri servizi essenziali per l’infanzia, come le vaccinazioni di routine, l’assistenza alla maternità e la protezione dell’infanzia. In questo momento cruciale, i Paesi devono spendere di più per proteggere il futuro dei loro figli”. L’Unicef si unisce perciò all’appello del presidente della Banca mondiale e dell’amministratore delegato del Fondo monetario internazionale per la riduzione del debito e la ristrutturazione del debito per i Paesi in difficoltà.