Nella Repubblica Democratica del Congo 9,1 milioni di bambini – circa 1 su 5 della popolazione sotto i 18 anni- hanno bisogno di assistenza umanitaria. Il sistema sanitario necessita di supporto urgente a causa della diffusione di epidemie di morbillo e colera, che uccidono migliaia di bambini, e della crescente minaccia del Coronavirus. Dall’inizio del 2019, un’epidemia di morbillo – la peggiore al mondo – ha ucciso più di 5.300 bambini sotto i 5 anni, mentre ancora persistono circa 31.000 casi di colera. “Adesso i casi di Coronavirus stanno aumentando velocemente, ponendo un’enorme sfida per un Paese tra i più a rischio in Africa”. Lo afferma l’Unicef in un rapporto lanciato oggi, ricordando che gli attuali sforzi per contenere l’epidemia di Ebola nella parte orientale del paese hanno distolto attenzione e risorse da strutture sanitarie già deboli che adesso affrontano diverse malattie endemiche mortali. Secondo il rapporto, nel 2019 sono stati riportati circa 16,5 milioni di casi di malaria, con 17.000 morti. I bambini sotto i 5 anni sono quelli più gravemente colpiti. I casi di morbillo sono aumentati tra il 2019 e il 2020, raggiungendo i 332.000 in tutto il Paese e rendendo questa la peggiore epidemia nella storia della Repubblica Democratica del Congo. Dei 6.200 decessi registrati, l’85% circa erano bambini sotto i 5 anni. Il colera è endemico, a causa di scarsi servizi igienico-sanitari e l’acqua sporca che molte famiglie utilizzano per bere e lavarsi. Il colera ha ucciso circa 540 persone nel 2019. I bambini rappresentano circa il 45% dei casi. Nelle strutture sanitarie pubbliche, attrezzature, personale formato e fondi sono insufficienti. Molte strutture mancano di acqua e servizi igienico-sanitari. Molti dei bambini più vulnerabili vivono in 3 province orientali colpite dal conflitto e dall’Ebola. La violenza brutale di gruppi armati ha costretto quasi 1 milione di persone ad abbandonare le proprie case solo nel 2019. Nel rapporto l’Unicef chiede al governo “di destinare maggiori risorse ai servizi di assistenza sanitaria” e ai donatori internazionali di “supportare gli sforzi del governo” e “raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibili legati all’acqua e ai servizi igienico-sanitari per proteggere meglio i bambini da malattie infettive”.