Coronavirus Covid-19: Duch (Parlamento Ue), “Stati membri divisi, ma i politici non sono Supermen”. “Unica soluzione è procedere uniti”

Jaume Duch (foto SIR/Marco Calvarese)

“L’Unione europea fallisce su questioni i cui i poteri non sono realmente europei”. Questo il commento di Jaume Duch, portavoce del Parlamento europeo, in un’intervista alla testata Politico.eu, a commento del dibattito sui coronabond. Duch precisa che la proposta “non è stata approvata, ma neppure respinta”, al recente vertice dei capi di Stato e di governo, bensì rimandata di 15 giorni: “Questa è la parte positiva”. E osserva: “Nell’Ue, alle decisioni prese in modo federale si arriva, con più o meno difficoltà, mentre alle decisioni che devono essere prese in via intergovernativa con l’unanimità degli Stati è molto più difficile arrivare” e questo “provoca il rifiuto dei cittadini”, che “si ribellano a un’Ue che non esiste, non a quella che c’è”. Ciò che “non funziona più”, anche secondo Duch, “è la non operatività in quegli aspetti del lavoro comune di 27 Stati membri che non viene effettuata attraverso le istituzioni europee, ma viene ancora fatta secondo il vecchio modo dell’unanimità dei governi”. Altro sarebbe stato se la decisione dei coronabond fosse stata presa sulla base di una proposta legislativa della Commissione: l’iter avrebbe previsto l’approvazione del Parlamento europeo da un lato, e dal Consiglio a maggioranza qualificata dell’altro: “Le cose probabilmente sarebbero andate diversamente”.
Quanto ai 37 miliardi di euro approvati dal Parlamento e al pacchetto di misure per il coronavirus approvate nei giorni scorsi dalla Commissione, Duch commenta: “È abbastanza impressionante. Non avevo mai visto, in meno di due settimane”, l’approvazione di misure così consistenti, compresa la “decisione di sospendere il Patto di stabilità, che era uno dei dieci comandamenti dell’Ue”. E una chiosa: “Ci sarebbe piaciuto che queste misure fossero state adottate con tale intensità e con tale velocità negli anni della crisi finanziaria”. Riguardo alla tensione che sta crescendo tra i leader europei, Duch commenta: “È normale che ci sia tensione perché la situazione è molto grave e molto seria e i capi di governo e politici degli Stati membri non sono dei Supermen o Wonderwoman. Sono persone normali. Loro stessi devono affrontare una tensione che io non vorrei dover affrontare”. La crisi attuale, come le precedenti, con tutta probabilità ci mostrerà che “non esiste soluzione migliore che fare le cose insieme” senza che l’Ue si limiti a “un ruolo di moderazione, scambio di informazioni e raccomandazioni, che è ciò che accade in materia di salute”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa