“Dobbiamo prenderci cura l’uno dell’altro, darci una mano per uscire da questa crisi. Perché se esiste qualcosa di più contagioso di questo virus, sono l’amore e l’empatia”, ha affermato Ursula von der Leyen nel suo discorso al Parlamento Ue. “Di fronte alle avversità, gli europei stanno dimostrando la potenza di questi sentimenti. Piccoli gesti di gentilezza, empatia e solidarietà aiutano a diffondere speranza in tutta Europa. Dal volontariato ai canti intonati sui balconi. Dalle cartoline inviate a chi è solo alla spesa fatta per le persone anziane. Dagli hotel che mettono a disposizione letti, ai ristoranti che donano cibo…”. Quindi ha specificato: “Spetta a noi, in qualità di istituzioni europee, responsabili delle decisioni politiche e leader, dar prova di questa stessa fiducia, unità e leadership. Condividiamo, tutti, questa stessa responsabilità. Nessuno di noi può farcela da solo e sicuramente nessuno Stato membro può gestire questa crisi da solo”. “Tuttavia, le ultime settimane ci raccontano una storia a tratti dolorosa. Quando l’Europa aveva davvero bisogno che ci fossimo gli uni per gli altri, troppi inizialmente si sono preoccupati solo di se stessi. Quando l’Europa aveva davvero bisogno di dimostrare che questa Unione non esiste solo quando va tutto bene, troppi si sono rifiutati inizialmente di condividere quello che avevano”.
“Da allora le cose hanno iniziato a migliorare e gli Stati membri ad aiutarsi l’un l’altro e così facendo ad aiutare se stessi. L’Europa sta passando alla velocità superiore. E gli europei aspettano le prossime mosse. Sappiamo tutti cosa è in gioco. Quello che facciamo ora è importante, per oggi e per domani”. “La libera circolazione di beni e servizi è – ha specificato la presidente della Commissione – la nostra risorsa più preziosa, anzi la nostra sola risorsa, per garantire che le forniture siano inviate a chi ne ha più bisogno. Non ha senso che alcuni Paesi abbiano deciso in modo unilaterale di bloccare le esportazioni verso altri Paesi nel mercato interno. Ed è per questo che la Commissione è intervenuta quando alcuni Stati hanno bloccato le esportazioni di dispositivi di protezione verso l’Italia”. E poco oltre: “Gli europei stanno già pensando al dopo. Stanno pensando a come sarà il loro lavoro quando torneranno al lavoro, a che ne sarà della loro impresa o ancora dei loro risparmi e del loro mutuo. Saranno in ansia per le loro famiglie, i loro vicini, la loro comunità. Sapranno che i loro governi hanno dovuto operare scelte difficili per salvare vite umane. Ma si ricorderanno anche di chi è stato al loro fianco in questa situazione e di chi non lo è stato”. “Si ricorderanno delle decisioni che adotteremo oggi e di quelle che non adotteremo”. Dopo aver ribadito alcune misure adottate in ambito sanitario ed economico, ha aggiunto: “Questa è l’Europa di cui le persone dovrebbero ricordarsi quando arriverà il ‘giorno dopo’. Un’Europa che agisce in tempi rapidissimi, mentre si ha la sensazione che il mondo intero sia in fase di stallo”.