“La prospettiva di un domani che deve essere diverso dal passato oggi si impone con forza. Niente potrà e dovrà tornare come prima. E non lo potrà essere perché saranno profondi i segni che la pandemia lascerà nell’economia, nella vita sociale, nella politica, nei rapporti tra i popoli, nei comportamenti individuali”. Lo ha sottolineato stasera l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, nella solennità dell’Annunciazione, durante la celebrazione nella basilica della Santissima Annunziata di Firenze. Ma, ha avvertito, “è bene fin d’ora chiederci verso quale direzione orientare il cambiamento. Rafforzare le chiusure e garantirci contro gli altri? Rinsaldare le sicurezze di pochi lasciando al loro destino i deboli? Cancellare l’esperienza del limite, che ci ha assalito in questi giorni, per tornare ai sogni prometeici di un’umanità che non risponde a nessun valore perché ubriacata dalla propria volontà di potenza? Ci piace pensare che si possa superare un modello di vita incentrato sull’individualismo, sullo sfruttamento indiscriminato del pianeta, sulle sole logiche del profitto e del consumo, per mettere al centro ciò che è davvero essenziale e proiettarci verso gli orizzonti della solidarietà, della responsabilità, del dono”.
Dall’altare della Vergine Annunziata, “così cara al cuore di tutti i fiorentini, ma anche di tutti i toscani”, il porporato ha espresso un auspicio: “Che il cuore degli uomini e delle donne di domani, della società che dovremo ricostruire dopo la tempesta assomiglino sempre più al cuore di Gesù e di Maria”.
“La Vergine annunziata – ha concluso – ci dice che la radice della nostra verità e del nostro essere sta nell’essere protesi verso gli altri in un disegno di dono. Chi diventa consapevole che è destinatario di un dono, che fa nuova la vita, come accade a Maria, non può che farsi dono agli altri, come fa Maria. È la radice di una convivenza umana in cui nessuno si sottrae al farsi carico dell’altro e traduce questo in rapporti personali, forme di vita sociale, sistemi economici, strutture civili che creano comunione. E la Chiesa è già pronta a fare la sua parte”.
Al termine della celebrazione l’Arcivescovo ha recitato la preghiera di affidamento alla Vergine Annunziata.