Con il decreto “Quo magis” – che porta la data del 22 febbraio, ma è stato diffuso oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede – la Congregazione per la Dottrina della fede, che dal gennaio del 2019 si occupa delle materie precedentemente attribuite alla Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”, ha approvato il testo di sette nuovi prefazi eucaristici da usare “ad libitum” nella celebrazione della Messa secondo la forma extraordinaria del Rito Romano. Si tratta – si legge nella presentazione – di “un numero ristretto di testi da usare per circostanze occasionali quali feste di santi, messe votive o celebrazioni ad hoc, senza introdurre nessun cambiamento nelle celebrazioni del ciclo temporale”. Tale scelta, spiega il Dicastero competente, “vuole salvaguardare, mediante l’unità dei testi, la unanimità di sentimenti e di preghiera che conviene alla confessione dei misteri della Salvezza celebrati in ciò che costituisce la struttura portante dell’anno liturgico”. Quattro dei testi nuovamente approvati, ovvero i prefazi de Angelis, de Sancto Ioanne Baptista, de Martyribus e de Nuptiis, sono stati presi dal Messale della forma ordinaria, e per lo più provengono, nella loro parte centrale, da fonti liturgiche antiche. I tre altri testi (prefazi de Omnibus Sanctis et Sanctis Patronis, de Sanctissimo Sacramento e de Dedicatione ecclesiæ) sono invece dei prefazi precedentemente concessi a delle diocesi francesi e belghe, in uso prima della riforma liturgica postconciliare, che da ora potranno essere utilizzati ovunque si celebri la messa nella forma extraordinaria. “Due dei sette prefazi consentiranno di dare maggiore e giusto rilievo alle celebrazioni liturgiche in onore di personaggi di primissimo piano nel disegno di Dio manifestatosi nella storia della Salvezza”, ovvero gli Angeli e S. Giovanni Battista, che finora mancavano di prefazio eucaristico proprio, precisa la Congregazione per la Dottrina della fede. Nella stessa ottica, il prefazio de Martyribus “permetterà di sottolineare il carattere eminente del dono del martirio, anche in seno alle altre testimonianze di Sequela Christi”. I primi santi riconosciuti come tali sono stati infatti i martiri. I prefazi de Dedicatione ecclesiæ, de Omnibus Sanctis et Sanctis Patronis e de Ss.mo Sacramento, peraltro già in uso in alcuni luoghi, “permetteranno di arricchire opportunamente le relative celebrazioni. Il prefazio de Nuptiis, infine, insieme alla grande benedizione nuziale tuttora in uso nelle messe pro Sponsis, è riportato – con piccole varianti – nei Sacramentari antichi quali il Gelasiano antico e il Gregoriano. Questo antico prefazio, già ripristinato per la forma ordinaria, è ormai utilizzabile anche nella forma extraordinaria. Con l’uso “ad libitum” dei nuovi prefazi, si legge ancora nella presentazione, “si fa appello al buon senso pastorale del celebrante”.