Preoccupazione per la situazione nelle comunità terapeutiche in questi tempi segnati dal coronavirus: la esprime Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict), che chiede che “sia estesa la possibilità di eseguire i tamponi a tutti gli operatori dei servizi residenziali per le tossicodipendenze e ai nuovi ingressi in comunità degli utenti al fine di evitare il contagio dei ragazzi già in quarantena obbligata da diversi giorni. Operatori che hanno non solo l’obbligo ma soprattutto il vincolo etico dell’assistenza sanitaria e della gestione educativa e che oggi si trovano in trincea spesso senza presidi sanitari e dispositivi di protezione”.
“Il personale che opera nelle comunità terapeutiche – dice Squillaci – sta già lavorando con scarsissime risorse e ha in carico numerose persone, molte delle quali hanno patologie correlate, anche virali, sono immunodepressi e quindi soggetti ad alto rischi”.
Per il presidente della Fict, “è fondamentale, come si sta chiedendo per i cassieri, postini e operai.., che nelle disposizioni ministeriali, regionali e comunali si tenga conto anche dei nuovi ingressi in comunità e degli operatori che lavorano nelle dipendenze. Penso non solo alle comunità residenziali, ma anche ai servizi ambulatoriali e diurni del privato sociale e dei Serd, garantendo subito gli indispensabili dispositivi di protezione individuale (Dpi), come anche i presidi sanitari”.