Quasi 250mila yemeniti sono morti dall’inizio della guerra nel 2015, di cui circa 100mila come conseguenza diretta dei combattimenti e circa 130mila a causa di fame e malattie acuite dal conflitto. Oltre 20 milioni di persone – circa i due terzi della popolazione – ridotte alla fame, con 1,6 milioni di bambini affetti da malnutrizione acuta severa, e 24 milioni di abitanti, su un totale di circa 30 milioni, che hanno bisogno di aiuti umanitari. Sono i numeri ufficiali forniti dall’Ocha, l’Agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, sulla più grave crisi umanitaria al mondo. “Il 24 marzo il conflitto in Yemen entra nel suo sesto anno e una soluzione in grado di alleviare le sofferenze della popolazione appare ancora lontana – sottolinea Kostas Moschochoritis, segretario generale di Intersos –. Milioni di yemeniti sono più affamati, più malati e versano in condizioni peggiori di un anno fa. Per molti, l’aiuto umanitario rappresenta l’unica ancora di salvezza”. Ancora in questi giorni si combatte in diverse aree dello Yemen soprattutto nell’area occidentale del Paese. Le restrizioni alle importazioni di cibo, medicine e carburante, insieme alla chiusura della maggior parte di porti, strade e aeroporti, hanno spinto gli yemeniti in una situazione umanitaria catastrofica. Il conflitto ha avuto un impatto devastante sulle condizioni socio-economiche e finanziarie delle famiglie yemenite, contribuendo direttamente all’aumento della povertà, della malnutrizione, del deperimento fisico e della vera e propria fame. In questo momento circa 900 operatori di Intersos, yemeniti e internazionali, sono in prima linea per portare aiuto ai più vulnerabili. Oggi, nel quinto anniversario della guerra, lanciano un appello chiaro: “Non abbassiamo l’attenzione su quanto sta avvenendo, la guerra non resta a casa, e l’azione umanitaria non si ferma, anzi, va sostenuta e intensificata”. Presente nel Paese dal 2008, Intersos garantisce assistenza medica, nutrizionale e attività di protezione, portando aiuto in zone urbane e anche nelle aree rurali più remote, come quella di Hadramawt.