La stretta del Covid-19 si estende anche nei Balcani dove i governi adottano misure severe. In testa per numero di malati è la Romania, con 143 nuovi casi nelle ultime 24 ore e un totale di 567 contagiati e 4 decessi. Da oggi entra in vigore il divieto notturno di uscire di casa, dalle 22 alle 6. Sono vietati anche gli assemblamenti di gruppi di persone superiori a 3 che non appartengono alla stessa famiglia. 222 invece sono i casi in Serbia con 53 nuovi malati rispetto a domenica e due decessi. Le autorità locali oggi hanno inasprito le misure: tutti a casa fra le 17 e le 5 del mattino. Nel frattempo a Belgrado sono arrivati due aerei cinesi con esperti medici, apparecchiature e materiale medico. Secondo una loro prima analisi, saranno necessari 29 giorni per stabilizzare la situazione a condizione che tutti rispettino le regole. Nella capitale serba è sospeso il trasporto pubblico, chiuso ai voli commerciali l’aeroporto.
Simili divieti anche in Bosnia-Erzegovina con coprifuoco dalle 17 alle 5 e impedimento totale di uscire per i minorenni e gli ultra 65enni. Inoltre in Serbia è stato limitato ai cittadini l’acquisto di farina, olio e zucchero a non oltre i 10 chili. In Bosnia-Erzegovina i contagi sono 128 con 2 decessi. Misure severe anche in Bulgaria dove i contagi sono 201, con 11 casi nuovi e tre decessi. Da venerdì sono bloccati tutti i capoluoghi delle regioni salvo questioni di lavoro, visite mediche e ritorno all’indirizzo di residenza. Sono chiusi parchi e giardini e vietato l’assembramento di più di due persone. Un segno di speranza arriva da Skopje, capitale della Macedonia del Nord: il vescovo mons. Kiro Stojanov ha benedetto il Paese e la capitale con le reliquie di Madre Teresa dal terrazzo della sua residenza di Vodno, situata in una collina che si affaccia sulla città. I casi accertati di coronavirus a Skopje sono 114, con 29 casi nuovi, la maggior parte nella capitale, finora 1 decesso. 22 malati anche in Montenegro.