“Anche noi oggi siamo chiamati, in questo tempo di malattia e di incertezza, a chiedere al Signore la guarigione, a riconoscere la nostra debolezza, il bisogno della sua presenza, di essere unti e toccati dalla sua grazia, di metterci alla sequela di Gesù”. Lo ha detto mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nell’omelia della messa che ha celebrato ieri, riferendosi a questo tempo di pandemia di Coronavirus. “Questo chiede a ciascuno di noi un gesto di grande umiltà, che è il primo atteggiamento che accompagna la fede, e che ci porta a scegliere – ha aggiunto il presule – ‘la bontà, la giustizia, la verità'”. Nelle parole del presule, il riferimento alla confessione, in questi giorni di Coronavirus: “In questo tempo buio, diventa quasi più importante la contrizione rispetto all’assoluzione, perché comunque il Padre, ricco di misericordia, è sulla porta di casa e ci aspetta e ci vede per primo”. “La sofferenza di questi giorni, che ci ha portato a vivere anticipatamente e anche più profondamente il Venerdì Santo – ha concluso mons. Perego –, non può spegnere la gioia del vangelo che la fede ha posto nel nostro cuore e aiutarci a camminare con il Signore”.