Quaresima: mons. Palmieri (Roma), “non siamo gettati nell’esistenza per caso”

Foto Calvarese/SIR

“Ciò che stiamo vivendo in questi giorni ha a che fare con quel buio che non scende per il tramonto del sole ma che ci entra nel cuore”. Lo ha detto mons. Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare della diocesi di Roma, nell’omelia della messa trasmessa oggi in diretta su RaiUno. Palmieri ha citato le parole pronunciate di recente dal Papa in un’intervista: “Tante volte ci dimentichiamo che nella vita ci sono le ‘zone oscure’, i momenti bui. Pensiamo che possano capitare solo a qualcun altro. Invece questo tempo è oscuro per tutti, nessuno escluso. È segnato da dolore e ombre, che ci sono entrate in casa”. “Consentire alla Luce di Dio di diradare le nostre tenebre dal di dentro”, l’imperativo sulla scorta del Vangelo di oggi, che narra ala guarigione del cieco nato: “Questo lo può fare solo Dio. Da soli noi possiamo darci un po’ di coraggio, rassicurarci, dirci l’un l’altro: ‘ce la faremo’. Ma non ci basta. Il buio di cui si parla qui è quello del nato cieco, cioè dell’uomo che, dal momento stesso in cui è venuto al mondo, è esposto alla precarietà, all’imprevisto, alla malattia e alla morte. In questi istanti ci domandiamo: ma sono solo un’esistenza fragile appesa a un filo? Sono soltanto questa tenebra fredda, che mi entra nelle ossa? Oppure il mio cuore è attraversato da una Luce increata, quella divina, e che sono impastato di terra, si, ma destinata ad essere trasfigurata dalla Luce?”. Nella prima pagina della Genesi, nel giorno “uno” che coincide con l’eternità, Dio dice: “sia la Luce” e la Luce fu, ha ricordato il vescovo: “I commentatori ebrei si chiedevano: da dove proviene questa Luce, dal momento che Dio crea il sole, la luna e le stelle solo al quarto giorno? E rispondevano: è la Luce della Parola eterna uscita dalla bocca di Dio. Per questo la comunità del Vangelo di Giovanni, rispondendo alla domanda: ma chi è questo Gesù che abbiamo veduto, udito, toccato? scrive fin dall’inizio, nel prologo: è la Parola, il Verbo di Dio, Colui che è presso Dio ed è Dio e che ha posto la sua tenda in mezzo agli uomini; in Lui è la Vita ed è la Luce. ‘Io sono la Luce del mondo’ dice Gesù”. “Noi uomini, ci dice la Scrittura, non siamo ‘gettati nell’esistenza’, per caso”, ha spiegato Palmieri: “Noi siamo creati da questa Parola luminosa di Dio. E una raggio della sua Luce ci rimane per sempre nel cuore, fa parte di noi. Continua misteriosamente ad agire persino nell’ombra, anche nella disperazione. Da questo raggio nascono la spinta alla fraternità reciproca, il desiderio di rimanere umani, la speranza al di là delle ‘illusioni ottimistiche’, la determinazione a non arrenderci. Nascono da questa Luce interiore che è, per così dire, ‘un pezzo di Dio’ dentro di noi. Qualcosa che dobbiamo custodire e lasciar agire in noi. Anche adesso”.

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