Coronavirus Covid-19: dom Ogliari (Montecassino), “con San Benedetto non disperiamo mai della misericordia di Dio”

“Noi esseri umani siamo un fascio di desideri, di aspettative e di speranze, tenuti in vita e costantemente alimentati dal progresso e dalle conquiste sempre più raffinate e mirabolanti della tecnica”. Lo ha sottolineato l’abate di Montecassino Donato Ogliari, durante la celebrazione a porte chiuse nella cripta della basilica cattedrale, in occasione del transito di San Benedetto, patrono primario d’Europa e di Cassino. Da un lato, “ciò può generare in molti la convinzione che possiamo bastare a noi stessi e che sia sufficiente confidare nelle nostre capacità per dominare il presente e rendere il futuro sempre più prevedibile e manipolabile”. Dall’altro lato, però, “un tale convincimento può aprire la strada alla delusione e alla sfiducia, quando, di fronte alle prove improvvise della vita, si è costretti a constatare che le nostre conquiste, per quanto stupefacenti, non bastano ad assicurare da sole una felicità duratura e senza intoppi”. “Lo stiamo sperimentando – ha aggiunto l’abate – anche in questi giorni con l’emergenza globale che stiamo vivendo e che sta scombussolando le nostre abitudini e minacciando la nostra serenità, per non parlare della sofferenza e del dolore che essa ha provocato in molte famiglie che piangono la perdita dei propri cari”.
Di qui la domanda: “Che cosa ci offre in più la speranza cristiana, rispetto alle tante speranze umane che connotano la nostra vita di ogni giorno?”. In realtà, ha precisato, “la speranza cristiana non esclude dal suo orizzonte quelle speranze umane che ci accompagnano nel nostro cammino quotidiano. Tutti speriamo, ad esempio, che le relazioni familiari siano serene, che ci si voglia bene, ci si comprenda e ci si sostenga reciprocamente; tutti speriamo di trovare un lavoro dignitoso attraverso il quale esprimere le nostre qualità e realizzarci; tutti speriamo che la solidarietà, la giustizia e la pace tra gli individui, le comunità e le nazioni non rimangano una semplice utopia; tutti speriamo che scompaiono la violenza e la guerra e si possa realizzare una fratellanza universale”.
Tuttavia, “pur inglobando in sé tutte queste aspirazioni, la speranza cristiana va oltre e le supera, spronandoci ad ancorarle in un punto di unificazione superiore, in una parola, in Dio”. E ha concluso: “In Lui, morto e risorto per noi, ci nutriamo di una speranza incorruttibile, la quale – pur non distogliendoci dalla realtà talora ardua e difficile – ci aiuta a guardare oltre con fiducia, certi di poter sempre contare sull’amore misericordioso di Dio che egli, Gesù, ha reso per sempre visibile e operante in mezzo a noi. È in questo senso che anche san Benedetto esorta vivamente i suoi monaci a ‘non disperare mai della misericordia di Dio’. Essa non ci abbandona mai!”.

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