“Il decreto legge appena emanato dal Governo rappresenta un utile passo in avanti per fronteggiare la difficile attuale situazione” sottolinea il presidente Anla (Associazione nazionale lavoratori anziani d’azienda), Edoardo Patriarca, che, pur apprezzando l’impegno messo in atto da parte dell’Esecutivo, sprona il Governo a “osare di più per il bene degli italiani”. “Si deve tuttavia fare di più. Lo chiedono le associazioni come la nostra Anla che sono parte del Terzo settore che non si è fermato pur in questa forte prova. Ne danno testimonianza le migliaia di volontari che, bardati di mascherine, guanti e osservando tutte le disposizioni dell’Autorità competente, cercano di aiutare le persone che più sono oggi penalizzate, gli anziani spesso soli e psicologicamente provati, le persone diversamente abili, le famiglie già segnate dalla malattia di un loro caro. A tutti loro vada il nostro più sentito grazie e invitiamo il Governo a mettere in atto la proposta che stiamo da tempo ripetendo, anticipare ora alle Associazioni che ne hanno diritto il pagamento del 5×1000 di competenza che normalmente sarebbe corrisposto a fine estate”. Patriarca invita a pensare anche ai tantissimi italiani che vivono della propria libera professione, il cosiddetto “popolo della partita Iva che ora più che mai è in profonda sofferenza e che deve essere maggiormente aiutato dal Governo. Come Anla, chiediamo allora al Governo un ulteriore necessario sforzo per far sì che quando tutto tornerà normale, e ci auguriamo presto, il Paese possa ripartire con forza, speranza e coesione: chiediamo che possano essere azzerati, e non solo sospesi, i versamenti delle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilati, gli adempimenti e i versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria. Non si tratta solo di superare un’emergenza globale, si tratta di assicurare la ripresa. Il mondo della solidarietà non è un complemento di cui si può anche fare a meno, è ciò che rende un Paese veramente vivibile”.