“Ci sono due cose che non si possono separare: il perdono dato e quello ricevuto”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla Biblioteca del Palazzo apostolico vaticano e dedicata alla quinta beatitudine: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”. “Ma tante persone sono in difficoltà, non riescono a perdonare. Tante volte il male ricevuto è così grande che riuscire a perdonare sembra come scalare una montagna altissima”, ha fatto notare Francesco: “Uno sforzo enorme, uno pensa: ‘Questo non si può’”. Ha aggiunto a braccio. “Questo fatto della reciprocità della misericordia indica che abbiamo bisogno di rovesciare la prospettiva”, ha detto Francesco: “Ma da soli non possiamo, ci vuole la grazia di Dio, dovremmo chiederla”, l’invito a braccio. “In questa beatitudine c’è una particolarità: è l’unica in cui la causa e il frutto della felicità coincidono: la misericordia”, ha esordito il Papa, secondo il quale “coloro che esercitano la misericordia troveranno misericordia, saranno ‘misericordiati’”. “Questo tema della reciprocità del perdono non è presente solo in questa beatitudine, ma è ricorrente”, ha sottolineato Francesco: “E come potrebbe essere altrimenti? La misericordia è il cuore stesso di Dio! Gesù dice: ‘Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati’. Sempre la stessa reciprocità. E la Lettera di Giacomo afferma che ‘la misericordia ha sempre la meglio sul giudizio’. Ma è soprattutto nel Padre Nostro che noi preghiamo: ‘Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori’; e questa domanda è l’unica ripresa alla fine: ‘Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe’”.