“Le nostre false sicurezze di onnipotenza si sgretolano di fronte a questo virus venuto dall’Oriente e i dati allarmanti dell’aumento continuo di contagi e di morti ci fa paura. Ma in questa paura e in questo disorientamento vedo anche tanta solidarietà ed esempi di grande dedizione e di carità. Solo l’amore vince la morte, ogni morte… L’amore per i nostri cari, per gli ammalati, per i poveri, per tutti coloro che vivono nella disperazione”. Lo ha scritto il vescovo di Casale Monferrato, mons. Gianni Sacchi, in un messaggio che sarà pubblicato sull’ultimo numero del settimanale diocesano “La Vita casalese” in edicola da domani.
“I giorni che stiamo vivendo sono difficili e oscuri; giorni di prova e di sofferenza per il nostro territorio, la nostra Regione e l’Italia intera”, osserva mons. Sacchi, facendo anche riferimento al fatto che “la nostra diocesi in pochi giorni ha perso tre sacerdoti: don Leo Modica, don Alessandro Giganti e ultimo don Mario Devecchi”. “Provo, come vescovo, quello che stanno provando tante famiglie che devono accontentarsi per i loro cari defunti di una veloce benedizione al cimitero”, prosegue il presule, sottolineando che “è davvero un momento inedito, che ci obbliga a pensare alle nostre relazioni, ai comportamenti e allo stile di vita portato avanti finora”. “Credo che nessuno abbia mai vissuto una Quaresima come la stiamo vivendo oggi in Italia, segnati pesantemente da questa epidemia”, aggiunge il vescovo, notando come “quell’immagine del deserto richiamata metaforicamente tante volte per descrivere il tempo di Quaresima, ora si è concretizzata attraverso gli avvenimenti di queste settimane. Siamo nel deserto e qui scopriamo le nostre fragilità e la nostra povertà creaturale”. “Sarà una lotta ancora dura, ma con la responsabilità di tutti supereremo questa difficoltosa fase della nostra storia, che segnerà negli anni nostro cammino”, evidenzia mons. Sacchi, convinto che “verrà il giorno in cui torneremo a riempire le nostre chiese, ad abbracciarci, a vivere nella gioia e nella fraternità l’incontro con il Cristo risorto nell’Eucaristia”.