La decisione,”ponderata e sofferta, dei vescovi di alcune diocesi italiane, dove è elevato il rischio di una espansione del contagio infettivo attorno ai focolai epidemici di Covid-19″, di sospendere nelle chiese la celebrazione dell’Eucaristia “con il concorso di popolo”, mentre “resta aperta, ed è raccomandabile, la celebrazione o concelebrazione ‘in forma privata'”, nasce da “una carità pastorale verso i fedeli e una saggezza nell’esercizio del governo della Chiesa locale e dal senso di responsabilità civile nei confronti delle comunità la cui salute – un bene fondamentale della persona – è esposta al rischio di una malattia trasmissibile attraverso la vicinanza stretta e il contatto fisico o per inalazione di aerosol”. Lo sostiene don Roberto Colombo, docente della Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Cattolica e membro ordinario della Pontificia Accademia per la vita, sottolineando come, secondo i dati clinici ed epidemiologici attualmente disponibili, i rischi connessi all’infezione riguardano soprattutto le fasce della popolazione più vulnerabili: anziani, già affetti da altre patologie croniche o debilitanti, soggetti con compromissione parziale della funzionalità respiratoria o deficit immunitario. In questi casi, afferma, “la carità pastorale prende la forma squisitamente evangelica della prossimità a chi è più debole, fragile e indifeso di fronte ad una possibile minaccia per la sua vita”. “Il bene dell’anima – prosegue la riflessione – non può essere considerato a prescindere dal bene del corpo” come “mostra eminentemente l’azione taumaturgica di Gesù documentata nei Vangeli”. Dunque, “la salus animarum è intimamente legata alla salus corporis e la Chiesa è chiamata a prendersi cura della seconda mentre è al servizio ministeriale della prima”. La Chiesa italiana, conclude, “vive una solidarietà sociale e una dedizione pastorale semplice ed efficace per contribuire con le autorità civili, gli operatori sanitari e tutti i cittadini ad affrontare secondo scienza e coscienza questa emergenza, con lo sguardo attento al bene comune”.