“Non possiamo fare molto. Lo Stato sta cercando di creare nuovi centri di accoglienza nelle isole dove sistemare i rifugiati. Esercito e Polizia, inviati ai confini terrestri con la Turchia, stanno cercando di respingere il flusso di rifugiati siriani, e non solo, che stanno arrivando dopo il via libera dato loro dal presidente turco Erdogan”: a parlare al Sir è il presidente di Caritas Grecia, padre Antonio Voutsinos. “Il flusso di migranti dalla Turchia verso la Grecia è enorme ed è impossibile, per noi di Caritas Grecia, approntare qualcosa per loro in questo momento. Non ne abbiamo le forze. È un fenomeno che ci sta cogliendo impreparati. Non ce lo aspettavamo”. Anche i campi di accoglienza di Lesbo, dove un bambino è morto durante il tentativo di sbarco di un gruppo di migranti, di Chio e Samos sono al collasso. “In questi campi, dove siamo presenti come Caritas, continuano gli arrivi via mare dei migranti dalla vicina Turchia. I turchi preparano le barche su cui far salire tutta questa povera gente per poi portarla verso le nostre isole. Gli scafisti fanno sbarcare i migranti non appena sono a circa 50-100 metri dalle nostre coste lasciandoli in mezzo al mare. In questo modo rischiano di morire. Non possiamo abbandonarli. In questi centri fino a un paio di mesi fa i migranti erano un quinto di quelli che ci sono adesso, arrivati a circa 25mila. Lesbo ha una capacità di accoglienza pari a 3mila unità. Migliaia di persone vivono nei pressi dei campi, alloggiati in tende e rifugi di fortuna in pessime condizioni. Moltissime sono donne e bambini”. Per venire loro incontro Caritas Grecia sta cercando di organizzare un progetto congiunto con Caritas Internationalis e altre Caritas europee. Padre Voutsinos parla di “situazione che sta degenerando. Le minacce di Erdogan di lasciare liberi i siriani di partire per l’Europa si stanno avverando. In Turchia ci sono circa 3,5 milioni di rifugiati pronti a partire. Il problema non è solo umanitario ma politico. I migranti sono usati come arma di pressione politica verso l’Ue che pure aveva chiuso i suoi confini 5 anni fa. Da allora nulla è stato fatto”. Domani i presidenti di Commissione Ue, Europarlamento e Consiglio europeo, Ursula von der Leyen, David Sassoli e Charles Michel saranno alla frontiera terrestre tra Grecia e Turchia con il premier greco Kyriakos Mitsotakis. Lo ha annunciato lo stesso Mitsotakis su Twitter, commentando: “Un’importante manifestazione di sostegno da parte delle tre istituzioni, in un momento in cui la Grecia sta difendendo le frontiere Ue con successo”. Il 5 marzo si dovrebbe tenere a Mosca un incontro, annunciato dai media turchi, tra Erdogan e Putin.