Mercoledì delle Ceneri: mons. Mazzocato, “attenzione ai virus dell’anima, si annidano silenziosi dentro il cuore e un po’ alla volta lo ammalano”

“Iniziamo il tempo sacro della Quaresima mentre tutti i mezzi di comunicazione parlano quasi di un unico argomento: il contagio provocato dal coronavirus. È un nemico così piccolo da essere invisibile e così potente da condizionarci tutti; ci impedisce anche di riunirci nelle nostre chiese per partecipare alla Santa Messa, ai funerali dei nostri cari e agli altri momenti di preghiera comunitaria”. Lo ha ricordato, stasera, l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nella messa del Mercoledì delle Ceneri, nella basilica della Beata Vergine delle Grazie.
Oltre a invitare a “non farsi prendere dal panico o accumulare riserve alimentari o di altro genere”, il presule ha suggerito “di vedere questo virus come un invito a fermarsi e a pensare alla vita che stiamo portando avanti. Anche la Quaresima, che iniziamo oggi, è un invito a fermare un po’ la nostra mente e fare un esame di coscienza su noi stessi e su come stiamo vivendo”.
Pensando al coronavirus, “invisibile ai nostri sensi” ma “male reale che può annidarsi dentro il nostro corpo e ammalarlo e, inoltre, diffondere il nostro male anche sulle persone vicine”, l’arcivescovo punta l’attenzione su altri virus, altrettanto reali, che, però, “ammalano l’anima”: “Essi si annidano silenziosamente dentro al nostro cuore. Sono invisibili agli altri perché nessuno da fuori vede i pensieri e i sentimenti che coviamo dentro di noi. Spesso sono invisibili anche a noi stessi se non troviamo il tempo e il modo di fare un esame serio di ciò che si muove dentro la nostra coscienza. Questi virus dell’anima si chiamano, ad esempio, orgoglio, avarizia, lussuria, ira, invidia, accidia, mancanza di fede, di speranza”.
Essi, ha aggiunto, “si annidano silenziosi dentro il cuore e un po’ alla volta lo ammalano. Generano in noi come una febbre spirituale che si manifesta come malessere, scontentezza, male di vivere. E ci rendono contagiosi verso le persone che ci stanno vicino su cui riversiamo i malesseri del nostro cuore”.
Di qui l’invito: “Fermiamoci a riflettere a noi stessi e con il bisturi dell’esame di coscienza apriamo il nostro cuore per riconoscere i virus più pericolosi che contiene. Ne ho nominati alcuni e ognuno può chiamare per nome quelli che cova in sé. Nel cuore aperto facciamo, poi, entrare una medicina salutare che è lo Spirito del Signore. Lo Spirito Santo penetra nel nostro animo attraverso la preghiera. Appena sarà possibile torniamo nelle nostre chiese per pregare personalmente e assieme. Il nostro cuore guarirà; crescerà una bella serenità dentro di noi. La diffonderemo attorno alle persone più vicine e più care”.

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