“Chi è il più importante nella Chiesa? Il Papa, i vescovi, i monsignori, i cardinali, i parroci delle parrocchie più belle, i presidenti delle associazioni laicali? No! Il più grande nella Chiesa è quello che si fa servitore di tutti, quello che serve tutti, non che ha più titoli”. Lo ha ribadito il Papa, nell’omelia della messa celebrata oggi a Santa Marta, in cui ha ammonito: “Non ci sono compromessi nel Vangelo. E quando uno vuole vivere il Vangelo facendo dei compromessi, alla fine si trova con lo spirito mondano, che sempre cerca di fare compromessi per arrampicarsi di più, per dominare, per essere più grande”. “Tante guerre e tante liti vengono proprio dai desideri mondani, dalle passioni”, ha sottolineato Francesco, secondo quanto riferisce Vatican News: “Oggi tutto il mondo è seminato da guerre. Ma le guerre che sono fra di noi? Come quella che c’era fra gli apostoli: chi è il più importante?”, si è chiesto il Papa: “Guardate la carriera che ho fatto: adesso non posso andare indietro!”. “Questo è lo spirito del mondo e questo non è cristiano”, il monito: “’No! Tocca a me! Io devo guadagnare di più per avere più soldi e più potere’. Questo è lo spirito del mondo. E poi, la malvagità delle chiacchiere: il pettegolezzo. Da dove viene? Dall’invidia. Il grande invidioso è il diavolo, lo sappiamo, lo dice la Bibbia. Dall’invidia. Per l’invidia del diavolo entra il male nel mondo. L’invidia è un tarlo che ti spinge a distruggere, a sparlare, a annientare l’altro”. “Chi accoglie un bambino, accoglie me”, è invece l’insegnamento di Gesù: “cioè chi accoglie il più umile, il più servitore. Questa è la strada. La strada contro lo spirito del mondo è una sola: l’umiltà. Servire gli altri, scegliere l’ultimo posto, non arrampicarsi”. Non bisogna, quindi, “negoziare con lo spirito del mondo”, non bisogna dire: “Ho diritto a questo posto, perché, guardate la carriera che ho fatto”. La mondanità, infatti, “è nemica di Dio”. Bisogna invece ascoltare questa parola “tanto saggia” e incoraggiante che Gesù dice nel Vangelo: “Se uno vuole essere il primo sia l’ultimo di tutti, sia il servitore di tutti”.