L’incontro di Bari si chiuderà ma lascerà una“opera segno”: un progetto di formazione alla pace e al dialogo rivolto ai giovani delle aeree del Mediterraneo. A spiegarne oggi le linee sono stati oggi don Francesco Soddu, direttore della Caritas italiana e fondatore e Franco vaccari, presidente di Rondine Cittadella della Pace che realizzerà il progetto. Don Francesco Soddu ha spiegato che considerando l’area vasta del Mediterraneo, Caritas Italiana ha individuato, per il progetto, quattro macro regioni su cui concentrare gli interventi: i Balcani; la penisola Turca; il Medio-Oriente; il Nord Africa. Da queste aree arriveranno giovani dalla Libia, dalla Terra Santa, dall’Algeria, dalla Bosnia, dalla Turchia e dalla Siria. I protagonisti saranno 12 giovani (due per ciascuna regione). Non si tratta di una semplice borsa di studio ma di un vero percorso, che coinvolgerà coppie di giovani rappresentativi dei gruppi sociali antitetici, e pertanto più bisognosi di riconciliazione. Il progetto, che durerà due anni e partirà a marzo del 2020, si comporrà di quattro fasi, da realizzarsi nei paesi di origine (dove apprenderanno anche la lingua italiana prima di partire), in Italia – da settembre 2020 a giugno 2021 – presso l’Associazione Rondine e presso l’università di Siena (all’interno della cornice scientifica della ricerca-azione individuata dalla Cattolica) e l’ultima fase di nuovo nei paesi di provenienza dei giovani, dove verranno seguiti in un percorso di ricaduta e sostenibilità progettuale a livello locale. Rondine – ha invece spiegato Franco Vaccaro – è un’organizzazione che si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto. Per questo la richiesta della Cei entra “nelle corde di Rondine”. “Una piccola esperienza – aggiunge Vaccaro – che da 20 anni mette insieme giovani che provengono dai luoghi di conflitto e mette insieme le difficoltà più aspre”. Proponendo loro un percorso di due anni, la Cittadella li aiuta a scoprire nel proprio nemico una persona, attraverso la difficile ma necessaria convivenza quotidiana e la “sfida più grande” è far vivere “una fraternità più forte della logica della divisione. Questa chiamata allora a mettere a disposizione questa nostra esperienza per la regione del Mediterraneo, è una chiamata che ci riempie di gioia e di entusiasmo e che accogliamo con un grande senso di responsabilità”. La speranza che si vive a Rondine – ha quindi concluso Vaccaro – “sono i giovani che cambiano mentalità e che insieme cambiano e incidono la società andando anche contro chi dice loro, coltivate sentimenti di diffidenza e odio”.