Sono ventisette le persone detenute nel carcere di massima sicurezza di Rossano (Cs) che hanno deciso di aderire all’Azione cattolica e di intraprendere un cammino insieme ai soci dell’Associazione diocesana. “Per essere davvero ‘un’Ac in uscita’, capace di andare alla ricerca dell’altro lì dove vive, abbiamo puntato l’attenzione su una delle ‘periferie’ più importanti del nostro territorio”, racconta la presidente diocesana di Ac, Achiropita Calarota. Hanno iniziato regalando ai detenuti il testo per la meditazione personale promosso dall’Ac nazionale ed edito dall’Ave e poi hanno cominciato ad animare la messa domenicale e, a seguire, c’è stato un breve momento formativo. “Il nostro desiderio ‘inconfessato’ era la costituzione di un gruppo di Ac ‘Sezione Carcere’ – prosegue la presidente diocesana –. Il sogno è diventato realtà, con la nascita di un gruppo di Ac nella casa di reclusione e incontri settimanali che in nulla differiscono da quelli parrocchiali: la vita si racconta, la Parola illumina, la vita cambia”. Lo scorso 19 dicembre, c’è stata la prima Festa dell’adesione all’Ac in carcere, con la partecipazione del presidente nazionale Matteo Truffelli e dell’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Giuseppe Satriano, e il tesseramento dei nuovi soci. Uno di loro, la scorsa settimana, ha partecipato come delegato all’Assemblea diocesana elettiva. “Quelle mura fredde si trasformano ogni volta in casa accogliente, sembra ci si conosca da una vita, si sente il bisogno di ascoltarsi, confrontarsi e raccontarsi, si respira un clima di comunione”, conclude Calarota.